Milano in comune - Sinistra e costituzione
Volevo parlare della questione degli arresti che ci sono stati tra alcuni dipendenti della nostra amministrazione, che, devo dire, non sono state oggetto di grande riflessione dentro la nostra amministrazione. Sono state richiamate parole del passato, dove si parlava di mele marce. Ho letto con attenzione i documenti e gli atti che hanno accompagnato l’arresto. Dalla lettura, confermo la mia idea che ci deve essere una distinzione tra politica e magistratura. Bisogna rispettare il lavoro che fanno i magistrati, che hanno alcune regole e dobbiamo anche ricordare il lavoro che tocca a noi, che dobbiamo svolgere un ruolo politico. Ho letto questi atti e sono rimasto molto, molto colpito; non possiamo lasciare alla magistratura il compito di intervenire quando viene denunciata una situazione che c’è nella nostra amministrazione. Leggo una considerazione, che secondo me non è stata, probabilmente, valutata in tutta la sua rilevanza. Scrive il giudice: «Le dichiarazioni di….. riguardanti la dazione di somme a ……., si inseriscono in un contesto di numerose ed endemiche corruttele, che governavano e verosimilmente continuano a governare l’assegnazione degli appalti all’interno del Comune di Milano. Gli elementi indiziari acquisiti evidenziano, infatti, un sistema, nel quale ogni dipendente pubblico, titolare di un ruolo che attribuisce un potere, strumentalizza la funzione pubblica di interessi personali con modalità che variano a seconda delle situazioni». Io credo, in primo luogo, per rispetto nei confronti dei tanti lavoratori per bene, che noi dobbiamo intervenire radicalmente su queste questioni e deve essere la politica a farlo; direi che i nostri funzionari, la nostra amministrazione, i consiglieri dovrebbero leggere quei documenti, dai quali emerge un quadro intollerabile, dove gli appalti vengono decisi prima che si facciano le gare. Potrei leggere un’altra annotazione: «Gli ho detto: sono cinque lotti; a me interessa prendere il mio, tu prendi il tuo, un altro nome prende il suo e gli altri due, poi vediamo» e poco più oltre, sugli altri due «Se poi ti ha detto che valuteremo il 69», [gli oggetti erano contrassegnati dai numeri 65, 66, 67, 68, 69] «aspetta il 69, sul 68 ti hanno chiesto di lasciar perdere, lascia perdere». C’era cioè, una scelta a monte della assegnazione di questi lavori, che non possiamo accettare. Io mi domando e chiedo che cosa fa l’amministrazione? Io chiedo che ci sia un audit di tutti questi settori, perché è inevitabile dubitare che se sono accadute lì, le stesse persone che magari sono direttori dei lavori in altre situazioni, si siano comportate in un modo diverso! Un magistrato persegue il reato, noi abbiamo il dovere di intervenire sul modo di operare, chiedo che si faccia questo: utilizzando eventualmente il nostro Comitato alla legalità. Noi abbiamo anche dei responsabili dell’anticorruzione presenti in amministrazione. Se non lo si fa, lo si dice e io
propongo di raccogliere le firme per costituire una Commissione d’inchiesta su questo. Noi dobbiamo dare la certezza che gli appalti pubblici vengano dati secondo le regole e lo dobbiamo fare, intervenendo, concretamente perché se le cose stanno così, arrivo a dire che è meglio fare il sorteggio, perché in questo modo nessuno può corrompere, se si sorteggia. Dobbiamo dare la garanzia alle tante aziende oneste (che ci sono!) che gli appalti non vengano vinti sempre dalle stesse persone ed è impossibile che non siamo capaci a intervenire su questo. Negli stessi giorni in cui si operava, siamo nel 2015, noi davamo addirittura un premio a chi poi in questi giorni è stato arrestato e queste cose non possono accadere. Nella riorganizzazione della macchina comunale, noi dobbiamo sapere se al primo posto è stato messo questo punto, quello di evitare che in alcuni luoghi non ci sia la certezza che si facciano delle gare per bene e che, al contrario, permangano queste situazioni davvero intollerabili.