Milano in comune - Sinistra e costituzione

BILANCIO, INVESTIMENTI, FINANZA

CONSIGLIO COMUNALE RISCRITTURA DELL’INTERVENTO IN AULA DEL CONSIGLIERE BASILIO RIZZO SUL DINIEGO AD ATM DI ESERCITARE IL DIRITTO DI OPZIONE SULLA QUOTA DI AZIONI ASTALDI DELLA SOCIETA’ M5

Credo che questa discussione sulle dichiarazioni del Sindaco sia una discussione squisitamente politica e dunque la affronterò in questi termini.
La prima data da ricordare è quella del 5 dicembre quando si è svolto il referendum costituzionale. Nel referendum c’era il tentativo di far diventare regola dello Stato quella di togliere alcune scelte alle Regioni, ai Comuni, agli enti locali. Questa proposta, quest’azione delle Ferrovie dello Stato su M5, risponde perfettamente a questa logica. Se dovesse intervenire, lo Stato, su questioni di questa natura dovrebbe intervenire dove ci sono i problemi, non dove si possono fare guadagni. Le Ferrovie dello Stato si preoccupino della Sicilia, della Calabria, di tutti i luoghi, nei quali le ferrovie non funzionano, non si preoccupi di andare a cercare il business! Questa è la questione, sulla quale dobbiamo riflettere.
È una questione squisitamente politica, perché, signor Sindaco, lei ha cambiato opinione tante volte. A partire da oggi con le sue dichiarazioni non dica più che lei è un Sindaco libero e autonomo; ha subito il ricatto delle Ferrovie, non ci sono altre parole da usare. Mi spiego meglio: lei non ha detto una parola sul comunicato stampa delle Ferrovie, lei è il Sindaco di Milano; siccome le Ferrovie avevano detto che sarebbero intervenute e avrebbero fatto causa, perché tutta l’operazione che facevamo era illegittima. Certamente lei non ha considerato illegittima la possibilità di esercitare il diritto di prelazione, è vero o no? Altrimenti non la discuteremmo nemmeno. Allora quello che è illegittimo è il comunicato delle Ferrovie perché ha voluto togliere, ha ricattato le scelte del Consiglio comunale, interferendo pesantemente sulle scelte di un organismo elettivo; questa cosa il Sindaco di Milano non può tacerla. Doveva essere lei, Sindaco, ad intervenire, dicendo che queste cose non si dicono e non si possono minacciare gli enti elettivi.
Non si faccia disinformazione, ne abbiamo avuta a iosa; per esempio, non si dica che ATM si deve concentrare nel far funzionare i suoi servizi e non si dica che la colpa dei tagli delle linee di corse di tram e metrò è una scelta di ATM.
E’ una scelta del Comune, perché c’è un contratto di servizio. Non è che con i soldi dell’operazione M5 ATM può rimettere linee e corse; questa è una disinformazione demagogica, che non ha nessun senso portare avanti.
Non è vero che le scelte che ci state proponendo sono perché non si accumuli il debito che è a carico di M5; se fosse così, chiedete ad ATM di vendere anche la sua quota del 20 per cento, perché non glielo chiedete? Perché lasciamo ATM a pagare per la quota del 20%? Se è così; visto che siamo cittadini italiani, perché le Ferrovie si devono far carico di un debito che è di Astaldi? Nessuno osa dire niente su queste scelte strategiche di Ferrovie dello Stato, che sono un’istituzione pubblica.
Vedete, io sono abbastanza vecchio da ricordare che nel gergo della politica si parlava di “sinistra ferroviaria” (una componente del vecchio PSI). Adesso abbiamo ricostruito questa logica, abbiamo i “democratici ferroviari”, poco democratici e molto ferroviari, perché la scelta è una sudditanza palese, non ci sono altre definizioni. Abbiamo costruito questo meccanismo, in cui le obiezioni non sono state fatte nel momento in cui si trattava di decidere, e signor Sindaco devo dirle che io sono anche mortificato a mettermi nei suoi panni; se leggiamo tutti i verbali, lei ha sempre detto ad ATM di andare avanti, e adesso invece improvvisamente cambia direzione, per quale motivo?
Forse perché sono intervenute le Ferrovie? Non c’è altro, non dica che è per il debito, perché non è vero, perché ATM è in grado di reggere e comunque si poteva imporre e proporre , subito dopo la prelazione, la vendita; lei poteva decidere da solo. Lei non ha concluso il suo intervento chiedendo al Consiglio di votare, come aveva fatto scrivendo ad ATM, che bisognava sentire il Consiglio, ma ha concluso con un “abbiamo deciso”. Lei stasera andrà all’assemblea e dovrà decidere di dire sì o no; non è il Consiglio a farlo, ma chi va a rappresentare il Comune.
Se lei avesse concluso il suo intervento, dando al Consiglio la libertà di deliberare, sarebbe stato diverso dal dire che “abbiamo deciso”, perché lei questa decisione poteva prenderla anche quindici giorni fa, una settimana fa, se non ha studiato per tempo, mi dispiace dirglielo, ma allora non è un buon Sindaco.
Se i nostri uffici avevano delle obiezioni tecniche da fare, mi spiace, vuol dire che non sono buoni uffici, se non lo hanno fatto a tempo debito. O forse non sono stati sentiti a tempo debito.
Le dico una cosa semplicissima: su F2I io non ho parlato, ma ha parlato lei nella riunione con i capigruppo di F2I. Allora le pongo questa domanda: lei ha sentito F2I oppure no? Prima che partisse questo rapporto con ATM, questa non è una cosa da poco, perché oggi si dice certamente che non bisogna preferire F2I? Ero d’accordo con la sua tesi: intanto la facciamo comprare da ATM che ha le risorse finanziarie per farlo senza indebitarsi, poi si vende e si vende al miglior offerente, magari a Ferrovie in una gara pubblica così com’è, non in modo surrettizio, che compra da un privato, che essendo uno che fa infrastrutture ovviamente deve obbedire se Ferrovie dello Stato lo chiede. Astaldi, che vuole lavorare, vende azioni a FS, è ovvio che sia così! Se invece ci fosse stata una gara, sarebbe stato diverso. Tutto questo per dire che mi pare chiaro che questa è una posizione squisitamente politica di sudditanza a un Presidente delle Ferrovie, la cui storia parte a Firenze e forse è condizionata da Firenze.