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CONSIGLIERE RIZZO: Grazie. Credo che dobbiamo partire, (e non lo dobbiamo dire solo quando partecipiamo alle manifestazioni!) dal fatto che non siamo in un tempo ordinario per quanto riguarda lo sviluppo delle città e del pianeta. L’abbiamo detto in un documento in Consiglio comunale, spero credendoci. Il problema è di domandarsi se alle parole seguono i fatti.
L’assessore Maran è stato abile nel suo intervento, ha prevenuto gli argomenti, ha detto che la sua preoccupazione principale sono le case, l’ambiente e le periferie. Di delibere urbanistiche, però che sono venute in Aula concretamente, che parlassero di case, di ambiente e di periferie, non ne ho viste. Ho visto altri provvedimenti sullo sviluppo della città che essi si vengono praticati concretamente. Stiamo costruendo una città per ricchi e spenditori, cioè persone che vengono qui per comprare. Quando prendiamo provvedimenti, con cui liberalizziamo il fare centri commerciali dappertutto (anche nei luoghi in cui li avevamo esclusi a parole) è perché abbiamo in mente questo. Quando ci vantiamo del fatto che aumenta il turismo, certo, è una cosa positiva che aumenta il turismo; ma i dividendi di questo turismo, chi li gode, se non settori molto ridotti della nostra città?
Questa Giunta si vanta della questione del “contatore”, (che peraltro è una mia idea, ma non fa niente, nessuno me la riconoscerà mai) in cui si descrive, punto per punto, quante case vengono recuperate.
Le case che stiamo recuperando, perché sono state abbandonate fin qui, in questa condizione? E saranno ancora abbandonate, anche se ne recuperiamo qualcuna, perché le nuove costruzioni non vengono fatte per i ceti popolari, vengono fatte per i ceti ricchi. Quando diciamo che dobbiamo avere l’ambiente come nostro punto di riferimento, è chiaro che sono d’accordo. L’Assessore dice che faremo meno 4 per cento rispetto al consumo di territorio, previsto nel PGT. Poi escono degli articoli sui giornali che dicono che Milano ha consumato nel 2018 più
territorio, proporzionalmente di Roma, di Torino e di altre città.
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CONSIGLIERE RIZZO: Sfido l’Assessore a dire questo, diamoci un appuntamento, vediamo l’anno prossimo quanto territorio sarà stato consumato. Quando ragioniamo sulle scelte che vengono fatte, molte conquiste sono state fatte perché c’era qualcuno che si opponeva. La Piazza d’Armi ad esempio: i primi progetti erano ben peggiori, e quando chiedevamo di migliorare ci si diceva che non si poteva fare perché la proprietà aveva ben precisi diritti volumetrici. Se avessimo applicato quelle norme, oggi l’idea di poter fare il 60 o il 70 per cento a verde, e noi speriamo di più, non ci sarebbe stata.
Il PGT, nella versione attuale, sconta il fatto che con gli accordi di programma sugli scali ferroviari, ha consentito indici volumetrici molto, ma molto più alti dello 0,35 che oggi riteniamo come giusta. Dalle mie parti si direbbe: mettiamo le porte di ferro quando si sono già rubati i santi dalla chiesa.
Assessore, sono d’accordo con lei, la casa al primo posto. Bene, la casa dove si faccia realmente mix sociale, dove non si monetizza l’edilizia popolare perché i padroni ricchi non vogliono gli abitanti poveri vicino alle loro case. Questa norma la dobbiamo togliere radicalmente, non ci deve essere più possibilità di monetizzazione, e questa cosa non la vedo nelle cose che abbiamo scritto.
Quando lei dice che non consumeremo più suolo, la sfido, misuriamo che non ci sia più nessun consumo di suolo, ma non rispetto al progetto che avevamo fatto, il primo PGT, ma rispetto alle cose concrete. Fotografiamo la situazione e diciamo che non si costruisce niente di più, non si consuma più terreno e si ristruttura solo quello che c’è.
E allora sullo Stadio stiamo discutendo sul premio volumetrico il dubbio rispetto allo 0,35 che abbiamo previsto nel PGT. Lei si impegna a dire “non daremo questo premio volumetrico rispetto allo stadio di San Siro che si deve ricostruire”? È un messaggio che noi diamo, e per l’area dell’ ippodromo è la stessa cosa.
Siccome il tempo è poco, mi permetta di dire che lei ha detto una cosa coraggiosa, che è quella di dire che non vogliamo la Milano di Ligresti, sono d’accordo, però è coraggioso chi lo dice nel momento in cui queste cose si realizzano. Diciamo insieme, che stiamo costruendo la città dove ci sono già dei nuovi Ligresti che diventano padroni del nostro territorio? E sono quelli che hanno sempre la strada spianata quando devono fare qualcosa, a partire, se usciamo di qua, in Piazza San Fedele, dove si trasformerà quel Palazzo in una Galleria commerciale. Dobbiamo saperlo tutti che si farà così.
Coima… più volte ho detto che sta facendo di Milano un piccolo “protettorato” del Qatar che si sta impadronendo della nostra città. Credo che ci sia più coraggio nel parlare dei nuovi Ligresti, che non di città di Ligresti che ormai, poveretto, è a fare i conti da qualche altra parte per la sua esistenza e per le cose che ha fatto, magari di bene, e che quindi sarà stato premiato. Questa città sta andando nelle mani di alcuni immobiliaristi, come prima, più di prima. Cosa facciamo? Quali misure prendiamo? Cominciamo a dire dei “no” a questi signori o non lo vogliamo più dire?
Concludo perché voglio essere rispettoso del tempo.
Sui tetti verdi, lei ha presentato come positiva un’esperienza che mi pare che sia presa da Berlino. A me va bene, però questo non può consentire che si faccia questo e si riduca la superficie filtrante, oppure non si faccia quanto è necessario di superficie filtrante, perché così c’è scritto nel documento.
Se vuole glielo leggo, quando si dice che, invece del mantenimento della superficie filtrante, lavoriamo sul modello Berlino. Gliela leggo, però non voglio perdere tempo. Gliela porterò dopo. Altra questione che per me è rilevante è sull’edilizia residenziale pubblica. Sono d’accordo con la consigliera Tosoni, cioè che l’edilizia residenziale pubblica deve essere in affitto. Bisogna darla in affitto, perché Milano ha tante case popolari, però ha soprattutto una percentuale altissima di case di proprietà. In tutta Italia è così. Noi dobbiamo ridurre questa situazione, perché altrimenti non risolviamo il problema. Io non sono felice quando vedo che i prezzi delle case aumentano, perché vuol dire che l’esclusione, la divisione e le diseguaglianze sociali si sono accentuate.
Noi non possiamo accettare, ed è l’ultima questione, “la monetizzazione” del verde. Ossia, che invece di piantare, nel luogo in cui si costruisce, si può monetizzare, e con le risorse si può creare un grande bosco da un’altra parte. C’è uno studio importantissimo della città metropolitana (che la consigliera Censi ha portato in Commissione) in cui si parla di isole di calore che si determinano puntuali anche in alcuni settori della città. Noi non possiamo pensare di fare qualche foresta ai confini della città e lasciamo interi quartieri dove non c’è un albero. Non si possono fare le costruzioni nelle quali si monetizzano gli alberi che si dovrebbero mettere, perché questo è contro la qualità della vita di migliaia di nostri concittadini.
Le riconosco che rispetto al passato c’è uno sforzo. Lo dico, perché non mi piace essere manicheo. Però è troppo poco rispetto ai tempi che abbiamo. Quando abbiamo detto che abbiamo capito le emergenze climatiche, noi dobbiamo fare qualcosa di più. Perché non abbiamo detto che invece di 0,35 di indice di edificabilità, facciamo 0,20? Se ci mettiamo in questa logica, allora tutti insieme riusciamo a portare qualcosa di positivo; se ci mettiamo nella logica del salvare il salvabile, non salviamo neanche il salvabile, perché siamo deboli di fronte ai potenti della città, che invece ottengono sempre tutto quello che vogliono. E vedrà, Assessore, che addirittura, rispetto all’adozione, siamo tornati indietro sul terreno del rispetto di alcune norme ambientali, e questo lo dimostreremo con alcuni emendamenti. Grazie.
Le videoregistrazioni integrali delle sedute del Consiglio Comunale sono disponibili dal 4/9/2014 sulla pagina Video Assemblea del sito del Comune di Milano.