Milano in comune - Sinistra e costituzione

ARTICOLI 2019/7-9

Estratto dalla BOZZA INTERVENTO AI SENSI DELL’ART. 21 (fascismo e razzismo, daspo per accattonaggio)

[…]Io avevo un altro intervento da fare, prevedo di poterlo fare egualmente però non posso tacere su alcune questioni che ho sentito e lo faccio con le parole -io sono anziano – di Pajetta che diceva che i conti con i fascisti l’Italia li ha fatti il 25 aprile, del ’45 ovviamente, e aggiungo che i comunisti in Italia, per quello che ho conosciuto io, sono quelli che hanno consentito che noi potessimo avere un Consiglio comunale libero come questo, anche di ascoltare delle cose che non hanno niente a che fare con la storia ma sono solo un tentativo di raccontare una storia diversa da quella che c’è stata nel nostro Paese. La finisco qui, dalle grandi cose io arrivo alle piccole e per la prima volta da tanti anni che sono qui in Consiglio parlo di me stesso.
Io ho fatto, il 18 di maggio, un gesto che rivendico, che è quello di affiggere uno striscione in cui si diceva: “Milano è città aperta ma dice no alle adunate fasciste e razziste”. Vi ricordate il clima, vi ricordate le lenzuola alle finestre e così via. Questo striscione è stato fatto sparire, io nei giorni successivi ho cercato di capire che fine aveva fatto questo striscione e nessuno diceva niente, nessuno spiegava, forse perché la campagna elettorale per le europee era in corso e quindi era un po’ impopolare dire che la Giunta che aveva favorito tutta questa mobilitazione colpisse chi ha fatto un atto di questa natura. Il tempo è poco e devo andare rapidamente. Dopo un po’ di tempo io stesso, che cerco questo striscione sequestrato da qualcuno, scopro che era nelle mani dell’Amministrazione comunale, prima tutti lo negavano, dopo la vigilanza urbana, io finalmente riesco ad avere un incontro con i vigili, un mese dopo, e mi spiegano che ce l’hanno loro. Io vado in piazza Beccaria, spiego, rivendico quella che è la mia questione, le mie convinzioni e spiego che rivendicavo questo atto. Il primo di luglio, tenete conto le date, dal 18 di maggio al primo di luglio avviene la contestazione, io divento il trasgressore. Ho trasgredito l’articolo 35 che dice: “É vietato imbrattare e affiggere manifesti o adesivi, deturpare muri, segnaletica di manufatti”. Io per lo striscione non ho usato neanche lo scotch. Dopodiché le cose vanno avanti, faccio ricorso al Sindaco contro l’ordinanza che prevedeva questa sanzione nei miei confronti, già sentirmi parlare di trasgressore […] non mi piaceva. […] il Sindaco ritiene di non rispondere ma questo non è un problema, e mi arriva invece la riconferma con queste parole, dice: “la violazione commessa è punibile con il pagamento di una somma da un minimo di euro 25 ad un massimo di euro 500. Ritenuto che la determinazione e l’ammontare dell’esenzione” e così via, “trovi nel caso in esame l’applicazione del criterio della gravità della violazione commessa con particolare riguardo all’allarme sociale, avete lo striscione, lo potete vedere, provocato nella comunità rispetto alla percezione della violazione della legalità, nonché quella della totale assenza di una condotta atta ad eliminare o a ridurre le conseguenze della violazione commessa”. Cioè, siccome non mi sono pentito, merito il massimo della pena per quello striscione per delle cose che ho visto.
Forse questo algoritmo che è stato usato non bisogna usarlo più, però i miei avvocati faranno un ricorso. Non mi si dica però che la lite contro il proprio Comune comporterebbe il rischio di decadenza perché altrimenti io sono costretto… non posso fare il ricorso, devo subire quello che ho subito e va bene tutto così. Penso che moltissimi in città la pensassero in quella data e la pensino allo stesso modo oggi, se tuttavia alla fine sarò costretto a pagare la sanzione, vorrei che trovassero posto nell’ingiustizia subita, e che credo non faccia onore a questa Amministrazione o a chi ne ha la responsabilità, piccoli segnali di solidarietà.
Io che sono incoraggiato dalla certezza che con il voto del Consiglio è stato eliminato l’accattonaggio come causa di Daspo, e quindi non sarò allontanato per questo, parto con una raccolta di fondi, sì una colletta, per pagare questa multa che poi porterò, preferibilmente in spiccioli, così che si senta il peso, in pagamento agli uffici cassa della Polizia Locale. Ringrazio fin d’ora chi vorrà contribuire, quindi lo metterò qui, scusatemi, di fronte a grandi cose sono piccole ma questa cosa qui, l’allarme sociale per uno striscione di questa natura mi sembra francamente che sia intollerabile. […]
24/9/2019