Milano in comune - Sinistra e costituzione

ARTICOLI 2021/1-2

Stralcio della bozza di intervento di Basilio Rizzo [Affollamenti in Darsena e allo stadio, discrezionalità nelle vaccinazioni, ruolo dei volontari e dei Centri Sociali]

[…] Posso comprendere che il nostro Vicesindaco, se viene chiamato a rispondere su quello che ha fatto il Comune, risponda con le cose che in altri tempi avrebbe detto il consigliere De Corato, ovvero l’elenco delle forze che abbiamo schierato, delle iniziative che abbiamo preso, le mobilitazioni che erano state predisposte, eccetera. Io penso che sia profondamente sbagliato affrontare la questione di ciò che è accaduto alla Darsena in questi termini. E’ profondamente sbagliato! E’ quello che sui giornali viene chiamato “Il mattinale di polizia”. Uno spiega quanti uomini c’erano, però non capisce che cosa è successo.

Se fosse nella logica del mattinale di polizia, allora si direbbe che la responsabilità dell’ordine pubblico è del Governo e non del Comune di Milano. Non ha senso, quindi, che chiedano le dimissioni o non so quale condanna nei confronti del nostro Assessore alla Sicurezza.
Se la questione è solo di ordine pubblico, la responsabilità è di chi gestisce l’ordine pubblico. Se il consigliere De Corato dice che c’erano solo due pattuglie di polizia locale in una lettura da mattinale di polizia, si dice “Dove erano tutti gli altri corpi che devono garantire la sicurezza?”
Io penso che sbagliamo profondamente se ragioniamo così. Noi dobbiamo capire che quanto sta accadendo è il frutto di un’educazione che si sta dando alla città (non solo nella nostra città, ma in Italia), poco seria e responsabile. Se non si stabilisce la priorità della difesa della salute dei cittadini, la salute, la salvezza delle vite e a questo si subordina tutto e si va avanti con la campagna dove il primo obiettivo è quello dell’aprire, non quello del tutelare la salute dei cittadini, le conseguenze, poi, sono queste, ma è qui che dobbiamo intervenire, è qui che dobbiamo ragionare!
Quello che è accaduto alla Darsena è figlia di quello che è successo anche sabato prima davanti allo stadio. Perché non c’è stato tutto questo scandalo di fronte allo stadio? Forse perché bisogna tenere buoni i tifosi e non è possibile prendersela con loro?
E’ la stessa cultura che non mette al primo posto la difesa dei più fragili, dei più deboli, come valore educativo che possa far sì di essere tolleranti di quelli che fanno gli assembramenti in un luogo piuttosto che in un altro. Non è che gli assembramenti dentro le attività commerciali sono assembramenti buoni e gli assembramenti dei giovani sono malvagi. Bisogna stabilire una priorità radicale dove tutte le forze che abbiamo, di intelligenza, di mobilitazione, di capacità di comprensione, parlino alle persone e dicano “Guardate che dobbiamo essere responsabili, dobbiamo farci carico della salute di tutti.”
Se si fanno i DPCM a partire dal lunedì e non più dalla domenica per salvare la domenica di chi deve andare in giro a comperare e di chi deve andare nei ristoranti, se è questa la cultura che seminiamo, sbagliamo, perché poi le conseguenze sono quelle che abbiamo visto!
Se si convince qualcuno che quello che viene chiesto loro è un attacco alla loro libertà individuale, succede che poi reagisce! Non c’è bisogno che sia io a dire tutto questo, c’è la saggezza della nostra civiltà e dei popoli […] Non è che la domenica è andata bene perché abbiamo messo più forze di sicurezza in modo diverso. E’ andata bene perché c’è stata la vergogna che è ricaduta sui cittadini di Milano, la paura di fare questa vergogna di essersi mossi in questo modo nella nostra città. E’ questo che ha trattenuto finalmente le persone e ha fatto loro capire che non si doveva operare così.
Se noi la riduciamo sempre e comunque al fatto che bisogna schierare meglio le forze per impedire, non facciamo niente di buono. Dobbiamo operare sul piano della cultura.

[…] Volevo ritornare sul problema dei vaccini facendo un richiamo, se mi è ammesso, di usare parole grosse, di tipo etico al nostro Sindaco in nome del suo ruolo di tutela della salute dei cittadini. Ho letto che si parla di inviare i vaccini per soddisfare le necessità che è legittimo che ci siano in alcune città della Regione, non rispettando e sottraendole, in qualche modo, all’ordine che sembra aver capito essere quello con il quale si andava sui vaccini: prima le persone sopra gli 80 anni, poi le persone fragili, poi, strada facendo, tutti quelli che venivano dopo. Se diamo un’idea che ci sia una sorta di discrezionalità nel far fare i vaccini, in un momento in cui le preoccupazioni sono alte, poniamo un problema molto serio. Chi decide l’ordine della vaccinazione? Chi decide se conservare i vaccini o metterli a disposizione per chi ne ha bisogno, soprattutto per le persone fragili? Non parlo a nome di quelli che hanno la mia età, sarebbe povera cosa, per questo dico che è un problema etico. Possiamo dire che utilizziamo i vaccini per i lavoratori di alcune aziende, che non rientrano nei criteri che abbiamo detto di essere vaccinati per primi. Il mio appello al Sindaco è di dire: Sindaco, come rappresentante della Città, non so che devo fare altrimenti, se devo rivolgermi alla Magistratura, farei anche così, vorrei che i vaccini, rigorosamente seguano un ordine che è stato deciso da un’autorità, in maniera tale che uno sappia se il proprio diritto viene garantito, ma non per la garanzia di un diritto, perché vuol dire che qualcuno ha deciso che è giusto, nell’interesse di tutti, che prima siano alcuni ad essere vaccinati rispetto ad altri. Quando sento che i vaccinati non medici della prima ondata sono stati oltre il 33% e qualcuno si è vantato nel dire che non è vero che erano il 50%, ma era solo il 33, pare che viene meno questo compito. Non è che c’è qualcuno che ha nelle mani la vita, la sicurezza, la tranquillità, la serenità di altre persone e la esercita in modo discrezionale. Se ogni Comune dicesse: voglio che sia vaccinata l’intera popolazione, e lo chiedesse Milano, dove si trovano tutti questi vaccini? Avere la certezza di un ordine prestabilito e rispettato, nel quale non ci siano “favoritismi”, se si può chiamare favoritismo fare una cosa che sarebbe giusto dare per tutti. Torno sui tamponi, il Comune di Milano faccia la sua parte, comunichi, non a parole, ma nei fatti, mettendo a disposizione degli spazi. Poi, se qualcuno non dà i vaccini, verrà giudicato chi è responsabile, ma dobbiamo dire che c’è questo spazio e quest’altro ancora. Ci sono le persone, magari mobilitando anche i nostri dipendenti comunali che su base volontaria lo vogliono fare per aiutare. Dobbiamo dare l’idea che abbiamo a cuore, in primo luogo, la salute dei nostri cittadini, e farlo con atti concreti.
[…] . Se dovessimo prendere sul serio questo ordine del giorno dovremmo dire che è un ordine del giorno un po’ vile perché se la prende con una parte che si ritiene quella che sia la più facile da condannare mentre non se la prende con le altre responsabilità che eventualmente ci sono in quello che è accaduto. Ed è un po’, come dire, anche povero perché pensa di ridurre i problemi che sono connessi a quanto è accaduto – come ho provato a dire nel mio primo intervento – alla Darsena e nelle altre aree di Milano ad un problema di complicità tra l’amministrazione comunale e alcuni centri sociali, perché poi il cuore del problema è sembrato essere questo.
In realtà questo ordine del giorno è un problema dal punto di vista istituzionale. Tocca sempre a me difendere le istituzioni. Chiedo ai colleghi del Partito Democratico: avete visto le firme su questo ordine del giorno? L’ha firmato una persona che forse in queste ore sta per giurare come Sottosegretario del Governo Draghi. Ma con chi vi siete messi a fare il Governo? La serietà di questo ordine del giorno è che un Sottosegretario di un Governo firma un ordine del giorno contro il Vice Sindaco, di una città importante come quella di Milano, del Partito Democratico? È questa la lezione, l’immagine, la rappresentazione che diamo al nostro Paese? Io davvero non so se fossi nei panni… Per fortuna non sono nei panni del Partito Democratico. Come si può accettare una cosa di questa natura? Come si fa ad accettare una cosa di questa natura?
Anche dall’altra parte, dalla parte di chi presenta l’ordine del giorno, come si fa a dire: vi faccio un’accusa così pesante nella città più importante – possiamo dire la seconda, ma io ritengo la città più importante – d’Italia e vi faccio firmare un ordine del giorno dal Sottosegretario di un Governo che deve avere anche i voti del Partito Democratico. Ma vi sembra che sia una cosa seria questo messaggio della politica che noi offriamo al Paese? Ma vi sembra una cosa che possa essere accettata?
Questa è la cosa più grave di questo ordine del giorno, questo è il fatto politico di questo ordine del giorno, perché non risolverà ovviamente i problemi perché se la colpa è di qualcuno, ripeto, la gestione dell’ordine pubblico è di responsabilità del Prefetto, ma questo è un ordine del giorno, come ho detto, un po’ vile, non se la prende né col Prefetto, né col Questore, che sono loro i responsabili di quello che è avvenuto, però ce la prendiamo, così, per fare un po’ di propaganda, con il Vice Sindaco. Ma vi sembra che è una cosa seria, è una cosa indegna del Comune di Milano questa?
Io mi rifiuto di partecipare al voto e chiedo che non si partecipi a questo voto perché legittimiamo un atto che non ha nessuna serietà di fronte a quello che sta accadendo nella nostra città. […]
Non volevo intervenire, però, devo difendere il buon lavoro di migliaia di volontari, lo ha già fatto il consigliere Barberis, che non in alternativa e alla Caritas, eccetera, come si vuol fare, ma insieme alla Caritas e ad altri, hanno contribuito a operare questa situazione di difficoltà. Conserviamo la nostra dignità, non cambiamo la realtà ad uso e costume di una battaglia politica che si può fare serenamente, ma, essendo rispettosi almeno della verità. Continuerò a non partecipare al voto perché considero che si sta facendo un pessimo servizio alla nostra città non comprendendo le ragioni per cui sta crescendo in sofferenza nei confronti di quello che sta accadendo e noi non possiamo gestirla semplicemente in termini di ordine pubblico o di favorire questa o quella categoria, noi dobbiamo richiamare tutti, è questo il senso delle cose che mi sono sforzato di dire, alla severità e alla serietà della situazione in cui siamo, togliendone qualsiasi alibi a chi vuole approfittare di questa situazione, di questo sentimento che c’è in città, perché non se ne può più, giustamente, di stare chiusi, indirizzandolo, incanalandolo verso la difesa della salute, con tutti i mezzi che si devono utilizzare. Questo è il punto. Il punto è di averne fatto una questione nel modo con cui lo abbiamo fatto. Non si può votare in questo modo su una questione così seria, non è lo scontro contro i centri sociali, è un’altra cosa, chi la vuole fare la faccia, ma qui si tratta di cogliere la difficoltà drammatica di una situazione difficile per la città che dobbiamo risolvere attraverso misure che tutelino la loro salute e che li convincano che devono fare qualche ulteriore rinuncia non poiché c’è qualcuno che vuole togliere a loro la libertà e allora si ribellano, ma dobbiamo dargli la fiducia che faremo di tutto per risolvere i problemi sanitari e aiutare tutti in difficoltà e andare avanti evitando di creare problemi che ricadono poi sulla collettività nel suo complesso. […]


Le videoregistrazioni integrali delle sedute del Consiglio Comunale sono disponibili dal 4/9/2014 sulla pagina Link Video Assemblea del sito del Comune di Milano.