[…] Io volevo essere molto chiaro e, se è permesso, anche un po’ severo. Finalmente anche da parte dei Consiglieri di maggioranza viene posta con forza la questione della sanità e della salute dei nostri concittadini. Ancora una volta si tratta di attribuire, com’è giusto che sia, le responsabilità alla gestione di Regione Lombardia – questo è un primo punto fermo – con la pratica di “quando non si può più resistere si fa pagare a qualcuno, c’è il capro espiatorio, per andare avanti e per non cambiare nulla”.
Io però non posso tacere. Credo che da più di un mese ad ogni articolo 21 ripeto che c’è bisogno che noi come Comune di Milano comprendiamo che la situazione sta diventando insostenibile nel sentire, nel dispiacere, nella paura che sta attraversando ormai strati sempre più ampi della nostra popolazione in un non fare nulla utilizzando, non credo per convenienza, non credo per rispetto istituzionale, il solo fatto di dire che non è competenza del Comune la questione della salute. Non è così.
Anche quest’oggi il consigliere D’Alfonso e il consigliere Barberis prima hanno detto delle cose sacrosante che io condivido. Non hanno detto la cosa fondamentale però, per noi che siamo Comune di Milano: che il Sindaco è il responsabile numero uno della salute dei suoi concittadini, se si accorge che le cose non funzionano deve fare qualcosa.
Io ho fiducia, ho stima, ho speranza nel fatto che il Sindaco, da responsabile della salute dei cittadini, voglia essere il difensore della salute dei cittadini, ma se ci sono delle ingiustizie palesi, se ci sono delle cose che non funzionano, basta dirlo e non fare nulla? È possibile che non abbiamo gli elenchi delle persone che devono essere vaccinate? E se non è così, quanto devo aspettare che il Sindaco vada in Regione e batta i pugni e dica “voglio questi elenchi perché voglio che i miei concittadini sappiano quando devono essere vaccinati”? Se non sanno quanti sono gli ultraottantenni, io credo che con un click […] cittadini dove stanno e […] nella nostra città hanno più di 80 anni. È possibile che noi non riusciamo a chiedere ai nostri medici di famiglia di sapere quanti sono i fragili per patologie pregresse eccetera?
Quello che è drammatico – io lo dico sempre – è che se io so che c’è qualcuno che sta meno bene di me e ha bisogno di avere il vaccino prima di me lo ammetto, ma se non so quando tocca a me, se non so se i criteri sono rispettati, se sento dire che qualche giornalista, che qualche funzionario, che qualcuno, che “qualche”, “qualche”, “qualche” che non c’entra niente con una persona fragile, di meno di 80 anni, ha avuto la possibilità di essere vaccinato, devo o non devo intervenire?
Io prego il Sindaco di intervenire perché poi i cittadini non possono distinguere da questa o quella istituzione. Sanno che chi è sopra di loro non tutela che l’ottantaseienne non sia stato vaccinato mentre magari è stato vaccinato un avvocato che sta bene e che non ha nessuna patologia. Questa cosa è possibile che non siamo in grado di darla ai nostri cittadini, questa garanzia? I milanesi sono ordinati, capiscono e sono solidali con i propri concittadini, però devono sapere che non ci siano ingiustizie. Come sono stati attribuiti i vaccini finora? Sono stati rispettati questi criteri? E quali sono i criteri? E quali sono i criteri? Perché devono accadere queste ingiustizie. […] . Io vorrei che da domani il nostro Sindaco diventasse davvero il tutore della salute dei cittadini milanesi, per lui e per noi. […]
Le videoregistrazioni integrali delle sedute del Consiglio Comunale sono disponibili dal 4/9/2014 sulla pagina Video Assemblea del sito del Comune di Milano.