Milano in comune - Sinistra e costituzione

ARTICOLI 2020/3-4

Emergenza corona virus. Per i Comuni misure insufficienti: servono fondi straordinari. Le proposte della Rete delle Città in Comune


COMUNICATO La tragica emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del Covid 19, con migliaia di morti in tutto il pianeta, sta portando con sé una drammatica emergenza economica e sociale, che mette ancor di più in evidenza come le politiche neoliberiste portate avanti in questi decenni sul piano globale producano solo distruzione, diseguaglianze ed ingiustizie.

Lo smantellamento della sanità pubblica, le privatizzazioni selvagge, un modello di sviluppo fondato sulla devastazione ambientale e la precarizzazione del lavoro, politiche di austerity che hanno anteposto i profitti e le speculazioni alla salute e ai diritti dimostrano oggi più che mai la loro insostenibilità.

Vogliamo anche stigmatizzare il provvedimento governativo dove le misure più restrittive di chiusure delle attività produttive non essenziali vengono delegate in toto ai Prefetti, privi di fatto di strumenti sia di verifica che di controllo: le segnalazioni sono in capo ai delegati sindacali e prevediamo che si risolverebbero in un nulla di fatto, lasciando lavoratrici e lavoratori esposti al rischio di contagio nel nome del profitto.

Serve un cambio di rotta a livello globale, a partire dalle politiche economiche europee e nazionali se si vogliono affrontare queste emergenze.

In questo quadro gli annunciati provvedimenti da parte del Governo nei confronti dei Comuni sono assolutamente insufficienti. I 4,3 milioni di euro non sono risorse aggiuntive, ma l’anticipo di qualche settimana del previsto fondo di solidarietà comunale, che nei fatti serve a dare immediata liquidità.

Vengono aggiungi solo 300 milioni in più agli stanziamenti già previsti, per tutti i comuni italiani da utilizzare per buoni spesa.

Nulla in pratica. Per capirci: si va dai comuni capoluogo di provincia con un contributo di 150mila euro fino a poco più di 20.000 euro ai comuni con una popolazione sino a 5000 abitanti.

Serve di più, molto di più. Già prima del dilagare del Covid-19 i Comuni erano in situazione di grandissima difficoltà, strozzati da anni di tagli per decine e decine di milioni di euro e insopportabili vincoli di bilancio. A questo si aggiunge che le entrate proprie dei Comuni si ridurranno drasticamente a fronte di bisogni sociali che già in questi giorni si fanno sempre più pressanti, con un ampliamento delle fasce di povertà.

Che ne sarà delle decine di Comuni, in particolare nel Sud del nostro paese, già in dissesto o pre-dissesto e di quelle comunità?

Così è impossibile poter dare risposte ai bisogni di milioni di cittadine e cittadini sempre più in difficoltà perché privi di un reddito. Serve più investimento pubblico, più stato sociale, generalizzazione di forme di reddito dirette ed indirette per garantire il necessario per poter vivere.

Servono misure di sostegno alle attività economiche di piccola e media dimensione, con sostegno per i pagamenti di affitti e mutui, riduzione delle imposte comunali e aiuto per il rilancio, anche con uno spostamento di risorse dalla grande distribuzione che in questo momento continua ad essere attiva, nel nome della solidarietà e non della competizione.

Serve il potenziamento di quelle forme di mutualismo che stiamo vedendo nascere nei territori in questi momenti di emergenza, ma che troppo si basano su volontari e Ong, e che dovranno essere sostenute e coordinate dai Comuni e rafforzate per poter rispondere alle nuove emergenze sociali che non riguarderanno solo le fasce già deboli e povere.

Tutto questo è urgente e non rinviabile, ogni ritardo provocherà ulteriori disastri.

Noi riteniamo che sia, quindi, necessario procedere velocemente alla creazione di fondi straordinari di solidarietà comunale per dare risposte vere e concrete ad una emergenza sociale sempre più pressante. Ancora una volta le risorse ci sono:

• occorre approntare politiche fiscali fortemente progressive, a partire da una patrimoniale con una prima applicazione immediata attraverso un prelievo forzoso dai patrimoni di quel 20% del paese che detiene oltre il 70% delle ricchezze del paese;

• serve che Cassa Depositi e Prestiti torni a svolgere un vero ruolo pubblico, prevedendo per i Comuni la possibilità di accendere mutui senza alcun interesse da pagare;

• occorre sospendere qulasiasi vincolo di spesa per i bilanci degli enti locali.

Sono milioni le persone invisibili nelle nostre città che oggi non hanno accesso ad alcun ammortizzare sociale: a loro occorrerà garantire reddito e tutele tramite questo fondo, insieme a un potenziamento dei servizi sociali e socio-sanitari senza precedenti.

E comunque tutto questo non basta.

Occorre infatti tutelare il diritto all’abitare per tutte e tutti:

• servono stanziamenti urgenti del Governo e delle Regioni per il diritto alla casa a partire da aumento degli stanziamenti per il contributo agli affitti;

• i Comuni sospendano la richiesta di pagamento dei canoni per le case popolari e aprano tavoli per ricontrattare i canoni in essere sul mercato privato.

Sono questi alcuni degli interventi che servono per dare delle prime risposte: non c’è un minuto da perdere.

30 marzo 2020

Rete delle Città in Comune