Milano in comune - Sinistra e costituzione

MILANO IN COMUNE

Verbale riunione Milano in Comune Municipio 3

Via Porpora 45 – Casa della Sinistra – 23/1/2017

Sono presenti alla riunioni le seguenti persone : Calamida, Pareto, Talpone, Mesiano, Ercole, Fossati, Idili, Di Libero, Sacristani. Onidi in quanto invitato.

Si informa che il Coordinamento provvisorio che si è riunito negli uffici del Gruppo “Milano in Comune” a Palazzo Marino e che ha ritenuto opportuno organizzare, grosso modo a metà Febbraio, un’iniziativa pubblica che affronti vari temi di attualità politica: i referendum della CGIL, l’ulteriore passo avanti nella privatizzazione di A2A, il nuovo stato dei meccanismi elettorali dopo la sentenza della Consulta, ecc.

Per evitare una confusa sovrapposizione si pensa inoltre di arrivare all’inizio di Marzo a un’assemblea degli aderenti al processo costitutivo di Mic, per votare definitivamente la “Carta dei valori e delle regole”, che si sta discutendo in tutti i 9 Municipi. Questo ultimo mese servirà anche per recuperare alcuni ritardi riscontrati in alcuni municipi.

In quanto MIC 3 con questa riunione si affrontano gli ultimi 4 art ( 6-7-8-9 ) concludendo il nostro lavoro sulla Carta e prevedendo, nella prossima riunione, di affrontare le prime iniziative operative.

Avendo tutti affermato che questa lunga fase costituiva, pur se necessaria in quanto le regole democratiche sono fondamentali per la tenuta di un movimento unitario, priva di azione politica di insieme, ha raffreddato le disponibilità di molti. Con una conseguente scarsa presenza nella discussione sulle regole.

Prima del confronto sugli ultimi articoli si è tutti convenuto che il lavoro e le posizioni di tutti i comitati territoriali dovrà convergere ( prima dell’assemblea costitutiva ) a un centro che deve avere la responsabilità di proporre un testo unico. Verso il quale, chi non si riterrà soddisfatto della sintesi del confronto avvenuto nei comitati, potrà comunque presentare alla votazione precisi emendamenti.

Il nostro dibattito si è concentrato sull’Art 6, più che altro sulla sua articolazione, in quanto tutti si sono dichiarati d’accordo che fosse nominato un Comitato di garanzia ( di 5 membri proposti dal testo o di 3 membri proposti da Calamida ) che “controlli la correttezza e trasparenza di tutte le procedure” ( definizione di Calamida ).

Si è convenuto che i Garanti, pur se esterni al governo operativo del movimento, dovevano essere scelti tra gli associati.

Il confronto e le distinzioni si sono concentrate sul fatto se i garanti, oltre ad intervenire, come nel testo, “ sul percorso informativo e di confronto e nelle tempistiche attuative” dovessero agire anche sui “quesiti referendari”.

Franco Calamida ha letto e messo alla discussione un suo testo che allego :

“In applicazione del principio della sovranità degli associati organizzati nei Comitati, almeno un quinto delle/degli associati o almeno un terzo dei componenti il Coordinamento cittadino possono promuovere referendum su di un definito quesito rispondente al requisito di omogeneità , redatto dai proponenti e attinente una precisa scelta politica, con effetti vincolanti per tutti e per tutte e a tutti i livelli . Per il referendum è previsto anche il voto digitale . Il giudizio sull’ ammissibilità , la gestione operativa e il controllo della correttezza e trasparenza di tutte le procedure sarà esercitato da un Comitato di Garanzia composto da tre garanti nominati dal Coordinamento e scelti tra gli associati. Entro 90 giorni dall’ approvazione della presente Carta il Coordinamento cittadino definirà il regolamento attuativo.( Norma transitoria)

Il regolamento dovrà garantire un percorso di dibattito nei Comitati , che avranno anche il compito di applicazione degli esiti del referendum.”

Nella votazione partita sul testo base si era presa in considerazione solo l’ammissibilità dei quesiti e il concetto di omogeneità che era insito nell’ammissibilità.

Solo successivamente alla votazione è emerso il giusto ragionamento sulla soluzione “preventiva”.

Inoltre non si era discusso se il comitato doveva essere composto da 3 o 5 membri.

La proposta, oltre al concetto di ammissibilità, che era stato votato, è quella di aggiungere il saggio consiglio della sua prevenzione. Inoltre di lasciare un margine da 3 a 5 per il numero dei membri, in modo di adattarli alla concreta situazione nella quale ci troveremo. Quella iniziale e quella di un presunto consolidamento.

Pertanto il testo conclusivo, per il MIC 3, reciterebbe così :

La gestione dei referendum digitali, nella definizione della preventiva ammissibilità dei quesiti referendari, del percorso informativo e di confronto, nelle tempistiche attuative viene affidato a un Comitato di garanzia, composto da 3 o 5 membri.

Inoltre si propone di aggiungere la seguente frase di buon senso per affrontare la questione non discussa su chi deve eleggere il Comitato dei Garanti e sul fatto che potrebbero esserci anche referendum non digitali.

“I membri del Comitato di Garanzia saranno votati, nella prima fase, dal Coordinamento Metropolitano e nella fase di assestamento direttamente dagli aderenti, tramite piattaforma e dovranno sovraintendere anche i referendum non digitali “

Si sono successivamente approvati gli Art. 7-8-9 nel testo originario.

In particolar modo per l’Art 9, come avvenuto anche in passato, si ribadisce che si vuole tenere la dizione “ Città metropolitana”.

Il verbalizzatore

Renato Sacristani