Milano in comune - Sinistra e costituzione

ABUSIVISMO

LA NOSTRA SOLIDARIETÀ A VIA PADOVA

[Petizione: Contrastare il degrado di alcune zone di via Padova e adiacenze ]

Alcuni giorni fa, un gruppo di associazioni di via Padova ha lanciato una raccolta di firme in sostegno di una petizione inviata al Prefetto, al Questore e al Sindaco. La petizione segue due richieste di confronto indirizzate ad alcuni assessori e per conoscenza al sindaco Sala, che avevano per oggetto la “sicurezza e la cura” di via Padova. Queste due richieste sono rimaste inascoltate.
Che cosa chiedono, in sostanza, le associazioni di via Padova con la loro petizione? Una cosa molto semplice: che l’“ossessione per le periferie” proclamata da Sala si trasformi in fatti concreti, in “un’attenzione e una cura costanti” alle quali destinare risorse economiche e umane.
Via Padova è una periferia che accoglie da più di un secolo cospicui flussi di migrazione, prima italiana poi straniera. È una zona accogliente di Milano, che l’immigrazione arricchisce. Non si contano i negozi e le imprese degli immigrati che hanno sostituito o affiancato gli operatori italiani.
Ma non si possono nascondere i seri problemi di questa via: gli affitti alti, gli sfratti, il sovraffollamento delle abitazioni, le precarie condizioni finanziarie e manutentive (e spesso anche strutturali) di molti stabili, la precarietà e l’intermittenza del lavoro che colpiscono molti suoi abitanti. A ciò si aggiunge un fenomeno che coinvolge una fetta di persone segnate da condizioni di marginalità e problemi di alcolismo e che è particolarmente evidente in alcune aree del quartiere.
In situazioni analoghe abbiamo visto scatenarsi proteste xenofobe, che a via Padova non si sono invece manifestate anche grazie al capillare e quotidiano lavoro di coesione dell’associazionismo radicato nel quartiere. Non è un caso, infatti, che la protesta contro l’uso incivile dello spazio pubblico e contro l’insicurezza, che colpisce soprattutto le fasce più deboli del quartiere, sia partita proprio da associazioni operanti sul territorio, conosciute e apprezzate per il loro impegno democratico e civile.
Di quel testo ci colpisce la crudezza delle descrizioni dei fatti osservati, e anche subiti, quotidianamente, ma anche lo sforzo di proporre un equilibrio tra interventi emergenziali e interventi più di medio periodo contro il disagio sociale. C’è, soprattutto, la fermezza nel rivendicare la caratteristica che contraddistingue il quartiere, “un modello positivo di inclusione e convivenza” che la petizione vuole difendere.
Non possiamo negare a via Padova la nostra solidarietà. Perciò sosteniamo la petizione, auspicando che serva a far irrompere la questione delle periferie nel dibattito cittadino.
I problemi di via Padova non saranno risolti dalla costosa ristrutturazione di piazzale Loreto. Potrebbero invece acuirsi a causa della sistematica riduzione dei vigili di quartiere, dirottati nel centro della città per fare da manovalanza a controverse e inefficaci politiche securitarie incentrate sui DASPO urbani.

(Nella foto: via Padova, murale del “Liceo Caravaggio”. Maurizio Biosa in copyleft)