Signor Presidente e signor Sindaco vorrei tornare sulla giornata di mercoledì, a riguardo della cena di beneficenza in Galleria Vittorio Emanuele, non per la vicenda dei lavoratori che tratteremo a parte, ma per una riflessione che voglio portare all’interno di questo Consiglio, anche a rischio di apparire un po’ fuori moda.
Non credo che noi non abbiamo bisogno dell’esibizione del lusso e della ricchezza, soprattutto in un luogo pubblico. Penso che le diseguaglianze in questa città ci sono e rappresentano un forte problema. L’idea che ci siano dei luoghi che possano essere “esclusivi” a pagamento, cioè per chi ha denaro, diventare un luogo in cui pochi possano accedervi e sono i ricchi, è un elemento che non fa bene alla nostra città. Questo la vorrei proporre come riflessione.
È chiaro che c’era la componente della beneficenza, e per fortuna almeno c’era questa! Però credo che pensare che un luogo così simbolico della città, non in una giornata qualsiasi, ma nel momento in cui si festeggiava una cosa importante della città, che erano i 150 anni della Galleria, diventi un privilegio per pochi, ritengo che non sia giusto. Non può diventare un’occasione perché una parte ridotta della città possa godere di questa esclusività mentre altre non ne possono usufruire.
Penso che il messaggio non sia stato molto bello; anche la presenza della Caritas. Ho letto sui giornali che si faranno 60 mila buoni pasto da 5 euro: anche questo dà un po’ l’idea dell’elemosina.
Elemosina, e qualcuno che manifesta la sua ricchezza e conquista un luogo simbolo della città. Il Sindaco credo abbia detto che la serata non è un’immagine di una cena ad alto tasso di Vip, ma è un’altra cosa, ma se guardo le 190 fotografie messe a disposizione dal nostro Ufficio Stampa, sembrava il fuori Scala del 7 dicembre di tanti anni fa, che poi fortunatamente è stato in qualche modo corretto.
L’idea che vinca l’esibizione della ricchezza, che uno faccia quel che vuole in un luogo pubblico importante della città, (perché certo non è che se non avessimo fatto la festa in Galleria i ricchi sparivano! Continuavano ad esserci e potevano riunirsi da un’altra parte) , ma che il simbolo diventi questo, questo sia il messaggio della città nel mondo, non credo che faccia del bene. A me ha dato un senso di tristezza, in qualche modo, per l’esclusione di tutta un’altra realtà della città.
Anche la Chiesa, quando fa la lavanda dei piedi, sceglie gli ultimi.
Se per esempio avessimo invitato tutti i cittadini benemeriti premiati dalla città di Milano, negli corso degli anni e che si riunivano nel luogo in cui si festeggiava una grande scadenza della città, avremmo dato un’idea del pluralismo, non quella – mi dispiace signor Sindaco – che è stata gestita come una cena “ad alto tasso di Vip”, al di là della sua volontà, probabilmente.
Volevo proporre questa riflessione, pensiamoci per il futuro. Ci sono luoghi simbolo nei quali solo i ricchi possono esserci? Penso che non sia giusto, penso che dobbiamo pensare a soluzioni diverse, che diano il senso che lavoriamo per superare le diseguaglianze che ci sono nella nostra città e lavoriamo in una direzione che tenga conto che queste diseguaglianze ci sono e non possono essere riproposte come modello.
Un’altra questione. Per 5 anni ho fatto il Presidente del Consiglio, ma anche prima, avevo fatto la battaglia contro l’utilizzo del Cortile di Palazzo Marino per vari ricevimenti, eccetera, mi auguro che quella di oggi sia stata un’eccezione.
C’era un abuso del nostro cortile per ricevimenti, non vorrei che, se prima si diceva che si andava “da Letizia” arrivassimo a dire che si va “da Beppe”. Cioè che riprendiamo con la prassi dei ricevimenti nel Cortile di Palazzo Marino. Penso che non sia neanche questa una buona immagine, perché la gente che passava da Via Marino e guardava i tavoli imbanditi che c’erano nel nostro cortile, non credo avessero un’impressione molto positiva di quello che stava accadendo.