Milano in comune - Sinistra e costituzione

ARTICOLI 2019/4-6

Estratto dalla bozza di intervento del Consigliere comunale Basilio Rizzo (lavoratori delle Case di cura Igea e Policlinico di Milano; cardinale Konrad Krajewski)

[…] Io volevo toccare due questioni. La prima è la vicenda dei lavoratori delle Case di cura Igea e Policlinico di Milano. Sono 72 lavoratori che, dipendenti di una cooperativa, lavoravano da una decina di anni all’interno di queste cooperative e che dal 1° maggio sono a casa senza lavoro.
Siccome abbiamo fatto, quando abbiamo affrontato queste questioni, lo ricordate, una sorta di regolamento per il quale se subentra un’altra società nell’attività lavorativa in un luogo conserva almeno il posto di lavoro per le persone.
Qui la situazione è questa, le cliniche sembravano convinte, avevano promesso che avrebbero riassunto tutti i 72 operatori che vi erano; poi è successo qualcosa, sulla quale non posso indagare io, e non possiamo indagare noi, però il risultato è che i lavoratori non sono stati confermati nel loro lavoro e si è iniziato con la ricerca di personale, cioè è stato immesso nel lavoro, da un giorno all’altro, personale interinale. Io credo che di questa cosa noi ci dobbiamo fare profondamente carico. Esisteva la disponibilità, i lavoratori avevano un posto di lavoro, avevano acquisito competenza, capacità, il sistema funzionava, improvvisamente vengono paracadutati da fuori, indubbiamente per motivazioni economiche, altrimenti non se ne capisce la ragione, altre persone, che magari hanno anche loro il diritto di lavorare, ma che però non possono togliere il lavoro ad altri, non è giusto che venga tolto. Io chiedo che l’Amministrazione comunale, insieme alle altre autorità, ma il nostro Assessorato operi, promuova un incontro, la ricerca di una soluzione per la quale questi lavoratori possano essere di nuovo al lavoro nelle loro cliniche, e dico “le loro cliniche” perché hanno lavorato in quel luogo e forse sono la ricchezza, il capitale umano delle cliniche stesse, che lo scontro tra la proprietà e la cooperativa nella quale operavano possa portare a perdere il posto di lavoro. […]
La seconda questione. So che adesso può sembrare non adeguata, non dipendere dal Comune di Milano. Io però in mezzo allo squallore, consentitemi di dire, che ho studiato e ho letto in questi giorni attraverso le vicende di cui abbiamo parlato prima, ieri ho avuto una boccata di ossigeno, di entusiasmo, di forza.
Voglio chiedere che l’Amministrazione comunale inviti a Milano per ringraziarlo ma anche per discutere con lui, il cardinale Konrad Krajewski, che è stato protagonista di un gesto di umanità, di solidarietà, di comprensione di che cosa devono essere quelli che hanno incarichi di responsabilità nei confronti dei più deboli e dei più poveri, che mi ha fatto vivere – a me ma non credo solo a me – una grande giornata e un grande entusiasmo nel vedere che cosa si è fatto.
[…] Voglio dire che da Milano si esprima il ringraziamento per un’azione come quella che è stata fatta, che non è ripetibile ovviamente, che però dà il segno che al primo posto non ci sono quelli che stanno bene, ma ci stanno quelli che stanno male, nella nostra azione anche di responsabili della cosa pubblica, sia un messaggio importante.
Signor Presidente, se non lo può fare il Sindaco, lo faccia lei, in maniera tale che possiamo ringraziare, anche a nome della nostra città, chi ha fatto un’esperienza così importante. […]