Milano in comune - Sinistra e costituzione

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Stralcio della bozza di intervento di Basilio Rizzo [Codice disciplinare e di comportamento del personale, San Siro, case ALER, bilancio Covid, revisori dei conti]

[…] Desidero innanzitutto ringraziare la collega Arienta per il riferimento alla situazione del nostro quartiere. La questione di San Siro è un argomento che tocco da quando sono in Consiglio Comunale, è una situazione che vivono migliaia e migliaia di inquilini delle case popolari e migliaia e migliaia di cittadini che vivono attorno a questo che è stato trasformato in una sorta di fortino, di recinto a seconda delle ottiche con le quali si guarda il problema, che deve essere affrontato in termini politici e sociali, non solo in termini … ho detto “non solo”, quindi comprendendo anche la riflessione sulle questioni di sicurezza. La questione numero uno è la qualità degli alloggi.
Io sarò anche un po’ meno tenero della consigliera Arienta e dico che qui è ora di dire chiaro e tondo che quegli alloggi sono di proprietà dell’Aler e il proprietario deve fare il suo compito, altrimenti è legittimo pensare, come comincio e continuo a pensarlo io, che il mantenere in alcune zone uno stato di degrado sia una sorta di assicurazione sulle campagne elettorali da fare ogni quattro anni, indicando il disagio e la qualità negativa che si impone in queste aree come elemento di campagna e di dibattito politico.
Il paradosso è che chi è responsabile di non gestire bene questi alloggi è rappresentato dalle forze politiche che additano il disagio in queste zone.
Rispetto a questa prima questione detta dalla consigliera Arienta, mi associo e ritengo che debba essere argomento di attenzione da parte di tutti noi.
La seconda questione è un’altra che è comparsa sulla stampa in questi giorni. Io dirò subito che facevo fatica a crederci, poi sono andato a leggere questo nuovo Codice di comportamento del Comune di Milano, non dei dipendenti comunali, e ho letto delle cose che faccio fatica a credere che possano essere scritte.
Dal punto di vista delle cose che sono indicate, mi riservo di studiare con attenzione perché dal mio punto di vista ci sono palesi violazioni di diritti costituzionali. Voglio dire, sono in conflitto alcune delle norme previste con il diritto costituzionale e i dipendenti comunali che sono cittadini come gli altri, fino a prova contrario, di esprimere le loro convinzioni.
In un articolo, addirittura, c’è scritto che ogni dipendente comunale dovrebbe dichiarare ai suoi superiori se è iscritto a una qualche associazione e poi il dirigente deciderà se questo è compatibile con il suo lavoro, o meno, all’interno della struttura in cui opera.
Mi meraviglio che possono essere uscite delle cose del genere, ma quello che mi preoccupa di più è la logica che è sottesa. L’aggettivo “pubblico”, in riferimento al dipendente, non è dato dal datore di lavoro, è la funzione pubblica che deve esercitare.
Il datore di lavoro del dipendente pubblico non è l’amministratore delegato di un’azienda chiamata Comune, è il popolo, sono i cittadini. I dipendenti pubblici hanno, tra virgolette, come loro padroni i cittadini e a essi devono rispondere con il loro comportamento.
Noi nella Commissione Anticorruzione e Antimafia (faccio quest’altro esempio per farvi capire) invitiamo i lavoratori a indicare se ci sono delle ingiustizie e scorrettezze nella vita dell’Amministrazione e poi facciamo un Regolamento nel quale diffidiamo i dipendenti stessi dal portare a conoscenza di questioni che riguardano la loro attività lavorativa? Ma scherziamo?
Ripeto, farò verificare dalle persone competenti se ci sono delle violazioni costituzionali e lamento che a nessuno di noi è stato proposto … se è un Regolamento del Comune di Milano, il Consiglio Comunale deve poter dire la sua su una questione come questa. Sarei curioso di sapere come alcuni membri della Giunta, che sono dichiaratamente democratici, abbiano potuto concepire di accettare delle logiche, delle frasi così come sono contenute all’interno di questo documento. Noi in Consiglio Comunale dobbiamo poter dire la nostra.
Invito davvero a ritirare questo provvedimento e a discuterlo nelle sedi opportune perché questo sì che dà una cattiva luce all’Amministrazione comunale, non un lavoratore che indica qualche disagio, qualche inesattezza, qualche errore compiuto nella pratica amministrativa della città.

[Per comprendere meglio questa discussione, si consiglia di consultare il nuovo Link Codice disciplinare e di comportamento del personale dirigente GT]

Innanzitutto vorrei riconfermare all’inizio delle mie considerazioni l’impegno che ho preso con le parole e le dichiarazioni che ho fatto all’atto della presentazione del bilancio da parte dell’Assessore Tasca. Ho detto che prendevo atto della scelta di stringere il più possibile questa discussione tenendo conto che erano praticamente non modificabili la maggior parte dei dati che sono contenuti all’interno di questo bilancio e che la vera discussione la facevamo allorquando, dopo il consuntivo, si poteva capire quali risorse nuove era possibile avere a disposizione dal bilancio per decidere le priorità su come investire le nuove risorse. Manterrò questo impegno, quindi non è mia intenzione presentare alcun emendamento, ma farò solo poche riflessioni.
La prima è che ricordo che nel marzo scorso, quando abbiamo fatto il bilancio 2020, subito dopo lo scoppio della pandemia, insistetti molto perché ci fosse una sorta di bilancio parallelo Covid, cioè nel quale noi comunicassimo e prendessimo atto delle spese o le minori entrate che si sarebbero verificate per effetto del Covid.
Se fosse a disposizione un calcolo di questa natura penso che sarebbe più semplice capire perché alcune cose non si riescono a fare, perché alcune risorse sono state necessarie e perché forse si doveva fare qualcosa in più sul presupposto, e anche questo ricordo di averlo detto molte volte, e nella convenzione che le risorse da parte dello Stato o da parte dell’Europa sarebbero di necessità arrivate, perché non si poteva non far fronte a quelle necessità dal punto di vista della qualità del vivere dei nostri concittadini che si venivano a determinare per effetto della pandemia.
Continuo a pensare che non ci si dovesse legare alle regole di pareggio che ci sono, e che conosco bene, ma che in quel caso straordinario potevano avere delle eccezioni; è stata fatta una scelta diversa e ne ho preso atto, così come prendo atto della richiesta dell’Assessore di discutere dopo di questa questione, una volta che abbiamo determinato la situazione che ci deriva dal bilancio consuntivo.
L’osservazione che intendo fare in questo momento è che tutti dobbiamo renderci conto – sono convinto che con onestà e anche passione sociale, che riconosco all’Assessore – che il nostro bilancio che presentiamo non sembra avere affrontato, o forse non può – quando si prende atto che non può qualche tentativo per tirarsene fuori da questa situazione si dovrebbe fare – che le diseguaglianze sociali nella nostra città non sono diminuite, cioè che questa pandemia ha determinato ulteriori povertà alle quali noi forse non riusciamo con la determinazione che sarebbe necessario mettere in campo cercare di far fronte.
Lo discuteremo nel prossimo bilancio? Va bene. Lo discutiamo nell’assestamento che faremo alla luce delle nuove risorse che abbiamo? Però lo voglio rimarcare anche in questo momento che dobbiamo essere coscienti che dobbiamo fare un’operazione – mi pare che ormai lo dicano anche gli organismi internazionali e mi pare che il Fondo Monetario Internazionale abbia detto che bisognerebbe far pagare di più a chi ha guadagnato in questa situazione e andare incontro a quelli che sono stati quelli più colpiti da questa situazione – e delle scelte che abbiano questa natura, cioè che mandino questo messaggio se vogliamo recuperare anche una credibilità e un impegno collettivo di ricrescita che l’Assessore sta chiedendo a tutto il Consiglio comunale in questo momento di responsabilità da assumersi. Io questi segnali non li vedo. Io vedo che i potenti di questa città diventano sempre più potenti, che contano sempre di più, vedo che alcuni settori economici escono da questa situazione rafforzati e non indeboliti, e noi quali messaggi diamo? Dove si vedono questi cambiamenti se restiamo prigionieri del pareggio dei conti e col rigore col quale l’Assessore sta operando in tutta questa visione?
Vengo all’ultima questione, e poi vorrei fare un’ulteriore proposta. In questo momento la posizione dei revisori dei conti, che io considero un’entrata a gamba tesa su questo bilancio, non la condivido per il modo com’è fatta, perché allora si dovrebbe avere il coraggio di dire che bisogna affrontare la discussione che il consigliere De Pasquale ha proposto, che l’Assessore ha accolto e rilanciato, ma che io vorrei si facesse. Noi stiamo determinando un principio molto importante; come l’Assessore dice che non farà l’Assessore, io non ci sarò nel prossimo Consiglio comunale per scelta, ma il precedente che noi andiamo a votare con un parere negativo dei revisori dei conti in tanti anni non l’ho mai visto e non lo possiamo fare come affrontare di passaggio.
Penso che se l’Assessore ha fatto una proposta, e io ho detto che do fiducia all’Assessore da questo punto di vista, noi dobbiamo ottenere che i revisori dei conti in qualche modo rivedano la loro posizione. Non per il gusto di non averla espressa, ma nel confronto di mostrare che sono sbagliate quelle prese di posizione. Se noi legittimiamo che il Consiglio comunale può deliberare serenamente e tranquillamente, a prescindere dal parere dei revisori, si aprono degli scenari nel lavoro del Consiglio. Quante volte è stato detto che non si può presentare un emendamento o non si possono fare delle scelte perché non c’è il parere positivo dei revisori dei conti o delle Segreterie? Di fronte a questo, se noi adesso addirittura votiamo contro un ragionamento di quelli che sono preposti a verificare la correttezza dei nostri atti, io sono per fare questa scelta, ma farla dopo un confronto vero, serrato, forte e serio, che si concluda però con una decisione. La decisione è che deve essere accertata la correttezza del bilancio che viene presentato da parte dell’Amministrazione comunale.
Di fronte a questo ho preso una decisione tra me e me; visto che forse bisognava avere un dialogo da parte dei revisori nei confronti dell’Amministrazione che precedesse questa presa di posizione, perché bisogna avere rispetto gli uni degli altri, io normalmente avrei votato contro il bilancio per una questione di collocamento politico, ma di fronte a questa presa di posizione dei revisori io non parteciperò al voto perché non penso che si possa votare in una situazione come questa. La mia è una scelta di riconferma di quell’atteggiamento critico (non condivido alcune scelte che sono state fatte), ma di rispetto nei confronti di quello che ha detto l’Assessore, però non possiamo farlo come se niente fosse, perché la cosa non può andare in questo modo.
L’ultima questione che volevo dire, e ho finito, Presidente, è una critica politica al bilancio: non si vede il segno del cambiamento che il Sindaco ha dichiarato di voler proporre per la città. Capisco le ristrettezze di bilancio che abbiamo e le difficoltà di bilancio, ma al di là delle parole in quale atto concreto si vede l’indirizzo nuovo che si vuole dare alla città? Quali sono i cambiamenti delle scelte strategiche che vengono fatte nella città? Questo mi aspettavo che ci fosse nell’ultimo bilancio, che è uno dei più importanti, anche perché si proietta nei prossimi tre anni e non solo nel prossimo. In tutte le discussioni che abbiamo fatto, non solo in sede di bilancio ragionieristico, ma anche nel piano delle opere, questo non l’ho visto, e questo mi sembra un segno di debolezza molto forte, perché se il cambiamento che si vuole dare alla città lo si vuole dare non può essere ripercorso secondo i canoni, i parametri, gli orientamenti e i codici di una città che è irripetibile rispetto ai primi anni nei quali è stata governata da questo mandato amministrativo. Questo segnale me lo sarei aspettato. Forse non avrebbe dovuto farlo l’Assessore al Bilancio, ma il Sindaco; io sono nostalgico dei bilanci nei quali il Sindaco parlava prima e poi parlava l’Assessore al Bilancio, perché il bilancio è una cosa… [Rizzo ha terminato il tempo a sua disposizione. GT


Le videoregistrazioni integrali delle sedute del Consiglio Comunale sono disponibili dal 4/9/2014 sulla pagina Link Video Assemblea del sito del Comune di Milano.