Milano in comune - Sinistra e costituzione

ARTICOLI 2021/5-6

Stralcio della bozza di intervento di Basilio Rizzo [Irresponsabilità nella gestione delle feste dell’Inter, cementificazione area ex Expo, aiuto alle persone in difficoltà]

[…] Vedo che tutti parlano della festa; io credo che ci sia una responsabilità molto seria di non avere previsto che questo si sarebbe determinato. Non vorrei che ci fosse la strumentalizzazione, siccome l’hanno fatto i tifosi, del perché non lo possono fare quelli che devono fare le feste da tutte le parti. Dal mio punto di vista è un cortocircuito sciocco, perché quello che è accaduto è accaduto perché c’è stata mancanza di previsione e di capacità di affrontare la questione.
Piangere adesso sul fatto che c’è stata la festa dei tifosi è perché è la festa dei tifosi ed era inevitabile che si determinasse, si doveva semplicemente incanalarla con un’opera, anche culturale, se mi permettete di dire, di ricordare, per tutta questa settimana, da lunedì scorso a lunedì questo, i pericoli a cui si andava incontro di fronte a questi festeggiamenti.
Siccome ai tifosi spesso si liscia il pelo, perché a seconda delle opportunità i tifosi sono eroici e, invece, in alcune situazioni sono irresponsabili, è inutile piangere, le considero lacrime di coccodrillo quelle che stiamo versando. Vorrei che si pensasse alla prossima domenica, perché l’Inter giocherà in casa. Vorrei che ognuno di noi dicesse, se non vuole fare una facile polemica, perché se si fossero fatti i blocchi di Polizia ci sarebbero state, magari, le stesse persone che protestavano perché si è impedito che si liberasse la gioia dei tifosi per la vincita dello scudetto dopo 9 anni o 10 anni.
Dico la mia: bisogna concentrare, per domenica prossima, l’opportunità di poter fare la festa ai tifosi dell’Inter.
Allo Stadio di San Siro, all’Arena, da qualche parte si deve offrire quest’opportunità, invitandoli alla ragionevolezza e alla responsabilità nei confronti dei propri concittadini, però quest’occasione, diciamolo da adesso che dobbiamo pensarla per la prossima domenica, perché se pensiamo questo la fantasia di festeggiare, di riempire lo stadio di San Siro piuttosto che da un’altra parte, l’occasione di festeggiare questo scudetto, magari chiedendo anche la disponibilità delle squadre di mettere a disposizione i propri dipendenti, perché se allo Stadio di San Siro ci fossero i giocatori dell’Inter, la gente andrebbe allo Stadio di San Siro, si tratta di vedere in che modo si può far arrivare un numero di invitato, con tutte le garanzie e gli strumenti per poter offrire quest’opportunità. Piangere sul latte versato, secondo me, è un po’ irragionevole. Siccome non volevo parlare di questo, ma il collega Marcora, che parlerà dopo di me, gli anticipo subito, ho sentito che mi chiamava in causa. Su quello che riguarda l’area ex Expo non ho cambiato opinione, lì ci doveva essere un grande parco, un grande verde a disposizione, in continuità con lo spirito con il quale si era pensato all’Expo, cioè l’agricoltura, il modo di nutrire il pianeta, lì, adesso, in quell’area, si è fatta un’altra cosa, la dico a chiare lettere, però bisogna dirla: è stata fatta una grande operazione immobiliare perché si potessero risarcire i prestiti che per tante banche milanesi aveva fatto per l’acquisto di quei terreni e quindi si è fatto tutto così e dal punto di vista urbanistico si è fatta la furbata di dire – l’ho detto non adesso, l’ho detto allora – che prevedere i 600 mila metri quadri di diritti volumetrici in quell’area, in più c’era: l’Ospedale, l’Università, l’impianto per la cultura, non ricordo il nome, in questo momento, che si era dato allora, che essendo opere pubbliche non facevano volumetrie e invece tutte le volumetrie sono state mantenute perché bisognava recuperare questi denari, lì c’è un indice di affollamento che è insopportabile, quindi non ci sarà il verde e ci saranno molte più persone che quel terreno possa accettare di gestire correttamente.
È questa la questione: se ci sono grandi palazzi è perché sono stati dati i diritti volumetrici in più rispetto a quelli che realisticamente, in quell’area, potevano essere affidati e costruiti.
[…]
In modo inconsueto, chiederei di non avere il parere della Giunta sul mio ordine del giorno, perché è un ordine del giorno di indirizzo del Consiglio che ritengo che nel rispetto delle cose che ha chiesto l’assessore Tasca, sia il Consiglio e non la Giunta ad esprimersi su come utilizzare, in qualche modo, le risorse che derivano dall’avanzo di gestione o dalle risorse che sono negate al Bilancio consuntivo. Debba essere, quindi, il Consiglio a esprimere il proprio parere.
Naturalmente, non è che impedisco alla Giunta di dirlo, però solleciterei sommessamente che sono i tipici ordini del giorno dei quali sarebbe giusto che la Giunta si rimettesse all’Aula, proprio per un rispetto istituzionale.
Introduco l’ordine del giorno che è molto breve, ma che prende atto del fatto che c’è stato detto che delle risorse ci saranno e che i bisogni che ci sono nella città e che tutti non negavano e che non sono stati potuti assolversi nel Bilancio possano essere fatti adesso, negli assestamenti di Bilancio.
Io, individuavo alcuni criteri, il primo è il seguente: ci sono denari che arrivano dal Governo e che spesso sono indirizzati ad alcune categorie di persone o produttive. Propongo che ci siano delle risorse che abbiano un criterio fondamentale, che è quello delle condizioni di vita delle persone. Per farmi capire, ma sembra abbastanza chiaro, il senso è questo: per me, un negoziante, nel quale marito e moglie lavorano, ed è quella l’unica fonte di sostentamento, sono nella stessa condizione del lavoratore dipendente, magari precario, che è nelle stesse condizioni materiali di questi commercianti.
È sbagliato uniformare, dal mio punto di vista, tutti i commercianti o tutte le partite Iva, perché sono situazioni diverse, ci sono alcuni che hanno disponibilità arretrate, tutte queste varie questioni, tra i commercianti e anche tra le partite Iva ed alcuni che tra i commercianti e le partite Iva, per fare due poli, ma credo si capisca il senso del mio ragionamento, il criterio unico delle risorse che mettiamo a disposizione adesso, sono quelle che migliorano la qualità della vita di quelli che stanno peggio nella nostra città.
I parametri di riferimento, allora, dovrebbero essere altri, dovrebbero essere: l’ISEE, la possibilità o meno di avere pagato le rette per i propri figli nelle scuole.
Ci sono molti che non hanno pagato le bollette della luce, abbiamo diversi parametri che individuano il grado di povertà che si è determinato nella città. La mia proposta è che questo diventi il primo punto, cioè i primi ai quali dobbiamo dare soddisfazione con le risorse sono coloro i quali non hanno un tenore di vita, hanno bisogno di avere un contributo per conservare non le ricchezze che avevano prima o gli stipendi che avevano prima, ma le condizioni minime per poter vivere con dignità e decentemente nella nostra città.
È questo il criterio che voglio proporre all’attenzione del Consiglio, per fare questo propongo – e la dico così, provocatoriamente, perché si capisca il senso di quello che dico – che noi sappiamo, l’Assessore ci ha detto mille volte che non possiamo fare redistribuzione sociale come Comune, io dico: facciamo una patrimoniale volontaria. Propongo che ci sia un nuovo fondo nel quale la politica chieda alla città che coloro i quali hanno di più, coloro i quali magari hanno guadagnato da questa pandemia, lo mettano a disposizione degli amministratori e della città in maniera tale che lo distribuiscano secondo il criterio che dicevo prima. La proposta pratica e materiale, in aggiunta al criterio, è quella che si ripristini un nuovo fondo non assegnato al Sindaco o a una particolare categoria, ma alla città, con criteri di eguaglianza e di redistribuzione sociale che consente di ridurre il più possibile le disuguaglianze. Un fondo di questa natura, che si aggiunga alle risorse che mette l’Amministrazione comunale, pensando anche alle nostre municipalizzate, alle nostre aziende che potrebbero mettere a disposizione delle risorse o potrebbero intervenire con dei bonifici per quanto riguarda magari le bollette che non si sono pagate o un’altra serie di situazioni.
È questo il senso dell’ordine del giorno e lo propongo all’attenzione del Consiglio.

[…]


Le videoregistrazioni integrali delle sedute del Consiglio Comunale sono disponibili dal 4/9/2014 sulla pagina Link Video Assemblea del sito del Comune di Milano.