Milano in comune - Sinistra e costituzione

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Stralcio della bozza di intervento di Basilio Rizzo [Scuola, lockdown, salute, San Siro, Pirelli 39 (Pirellino), Arexpo, MM]

Volevo toccare alcune questioni che sono state toccate da altri, ma vorrei prenderle da un diverso punto di vista, come la questione studenti, lockdown, zona rossa e così via. Io credo che noi dobbiamo ribadire – lo faccio ogni volta – la considerazione che la salute deve essere al primo posto. Tutelando la salute renderemmo possibile anche altre forme di partecipazione; le scuole sono un dato indispensabile, ma gli studenti quando chiedono di andare a scuola chiedono di andarci in sicurezza. Per assicurare questo – l’ho accennato l’altra volta e l’ho fatto attraverso un ordine del giorno che ho inviato a tutti i colleghi Consiglieri, e che spero domani l’Ufficio di Presidenza possa ricevere il carattere di urgenza perché ne discutiamo al più presto – noi dobbiamo incrementare il numero di tamponi rapidi che mettiamo a disposizione della città, a prezzi ragionevoli. Non bisogna fare le collette per poter ottenere quello che dovrebbe essere un diritto.
Il signor Sindaco utilizzi il suo rapporto personale, che avrà di sicuro nei confronti dell’Assessore alla Sanità, […] che è stato il suo sindaco quando era direttore generale, per rendere più rapidi i tamponi rapidi. Si diano autorizzazioni a darli, perché solo quelli consentiranno a tutti, andandoli a fare nelle scuole, sui luoghi di lavoro e nella città, la garanzia che si possono fare queste attività in sicurezza nell’interesse di tutti, altrimenti sembriamo i sindacalisti di alcune fazioni che si determinano in una città (quelli che vogliono andare a scuola, gli operatori commerciali). Una visione unitaria deve prevedere la salute in testa a tutto e creare le condizioni per le quali la salute possa essere tutelata garantendo gli altri diritti ai cittadini: io mi auguro che questo cominci ad affermarsi all’interno della nostra discussione e del nostro dibattito.
Quando il Sindaco si lamenta che non ha tutti i dati a disposizione (mi pare di averlo visto sui social porre questa questione) lo faccia dal suo vecchio sindaco, datore di lavoro, e sfrutti questi elementi di conoscenza. Se li faccia dare dalla Regione questi dati.
Seconda questione, lo stadio. Sarò rapidissimo. Non è possibile che l’Amministrazione comunale sia quella che persegue solo un’opzione, quella di trovare un accordo con le squadre Milan e Inter sul loro progetto. Noi oggi con la proposizione di due diversi progetti abbiamo arricchito la nostra amministrazione, se ci saranno dati tutti questi materiali, di un’altra opzione, che è radicalmente maggioritaria secondo me nella coscienza dei milanesi, di risolvere questo problema ristrutturando lo stadio che c’è. Perché questo argomento non entra nella nostra discussione? Perché non si fanno le Commissioni? Rinnovo la richiesta di trasparenza attraverso le Commissioni che tocchino questo problema.
Terzo punto è il Pirelli 39. Signor Presidente, mi auguro, e taccio subito se è così, che la delibera 268, che purtroppo probabilmente per un errore è stata presentata come ancora presente nei nostri lavori, quest’oggi non la discuteremo perché c’è bisogno di approfondimenti per quanto riguarda questo argomento.
[Il Presidente Bertlè spiega che l’argomento è rinviato alla prossima seduta dopo la Commissione di approfondimento]
Ne ero certo perché so la sua correttezza, però il comunicato stampa che è stato fatto sul programma dei lavori di oggi conteneva questa delibera, quindi poteva indurre qualcuno in questo dubbio.
Siccome è avvenuta dopo la cancellazione della Commissione, non volevo che ci fosse qualcosa che non funzionasse. Io sono tranquillissimo su questo.
A proposito di questa delibera, io credo che tutti gli approfondimenti e tutti i materiali ci debbano essere messi a disposizione perché la questione è molto delicata e riguarda per alcuni aspetti, ma lo discuteremo a suo tempo, i diritti dei Consiglieri a non essere dei passacarte, ma a essere dei protagonisti delle scelte amministrative che vengono fatte.
L’ultimo argomento è quello dei taxi, e ho finito. Appoggio tutti quelli che vogliono aiutare questa categoria, so che avevamo stanziato delle risorse per questo, ma non abbiamo trovato il sistema semplice per le persone che lo devono utilizzare prioritariamente per poter usufruire di questa opportunità, questo diritto e queste risorse che ci sono. Facciamo in modo che si possa recuperare per una volta con un’autocertificazione, fidandoci delle persone; non possiamo pretendere che questo contributo passi per quattro – cinque passaggi. Ho finito e credo di avere spiegato le mie considerazioni. La ringrazio, Presidente.
[…]
La ringrazio e ringrazio molto anche il Vicesindaco che ha dato, ad una delibera che altrimenti poteva sembrare solo tecnica, la dignità, il valore di una narrazione.
Purtroppo devo dare un’altra di narrazione di quella che stata l’Arexpo.
L’Arexpo, nella mia narrazione – ma credo che sia molto vicina alla realtà di quella che è stata, invece, data – è stato lo strumento attraverso il quale, una volta esaurita l’immagine che si era voluta dare ad Expo, si è ritornati sulla terna e si è cercato di garantire, al primo luogo, il rientro, da parte delle banche che avevano, con i loro prestiti, consentito l’acquisto dell’area, il rientro garantito. Sparito, appunto, il sogno – ma anche durante la preparazione questo sogno poi si era affievolito sempre più fino a sparire – dell’Expo che doveva avere il cibo e nutrire il pianeta come elemento centrale, invece è stato solo un evento, nel quale, poco alla volta, si sono affermate altre cose: il cemento ha preso il posto del verde, l’eredità dell’Expo doveva essere un grande parco, un grande polmone verde per la città, almeno superiore al 50 per cento, adesso nel 50 per cento del verde sono calcolati filari di alberi che dovrebbero garantire, affiancare tutte le costruzioni che si faranno in quel luogo e si è passati dalla centralità, sostanzialmente, della questione ambientale, ad un altro tipo di centralità. La società che è stata costruita è la tipica società – consentitemi di dirlo, lo dico con molta severità, ma le cose sono così almeno dal mio punto di vista – nella quale ci si garantisce che le diverse opzioni politiche, una volta si diceva i partiti, adesso i partiti sono estranei, alcuni sono partiti ancora, altri sono un’altra cosa, dove quelli che apparentemente litigano sul piano della politica dell’immagine si mettono d’accordo sugli affari, ma nel senso anche nobile del termine, cioè, delle questioni economiche che si svolgono. L’Arexpo è una tipica società di questa natura, nella quale, per di più, si è aggiunta un’altra caratteristica di questa società, che è quella di garantire poltrone significative ed interessanti, quelle che una volta si sarebbero chiamati i boiardi di stato e che io invece preferisco chiamare come persone certamente competenti, fidate, non tutte, ma la gran parte sì, perché altrimenti la società non potrebbe andare avanti, che appartengono alla categoria delle persone intelligenti e capaci, fidate e che sanno come va il mondo, non aggiungo altro, che, quindi, sono disponibili per una serie di operazioni che si fanno.
Capite, invece del parco si è deciso di fare – ripeto – altre cose. Qui il consigliere D’Alfonso ha parlato della non privatizzazione di quest’area, lo chiedo al collega D’Alfonso: scusate, noi abbiamo lì un ospedale privato, Human Technopole che è un disegno legato ad alcune questioni, alcune questioni che poi vedremo come saranno gestite, si è fatta la gara, anzi, si è presentato come un grandioso successo il fatto che molte multinazionali fanno la corsa per acquisire dei pezzetti di presenze all’interno di quest’area. L’Università è stata praticamente costretta a trasferirsi lì per giustificare in qualche modo una presenza pubblica, mentre non pare che questo sia il disegno di Città Studi riguardo alla nuova gestione dell’Università. Si affida il tutto ad una concessione per 99 anni che, secondo me, è una gestione vera e propria, è una privatizzazione vera e propria, ad un grande polo, a un fondo internazionale. Certo, c’è l’immagine della società pubblica che gestisce tutto questo, ma pubblica nella modalità che ho detto prima.
Capite, questa scelta di modifica statutaria, la prima è del tutto evidente, se affitto per 99 anni in concessione qualcosa, è chiaro che la società deve andare al di là di questi 99 anni, infatti arriviamo al 2125. È nelle cose che si faccia una scelta di questa natura. Soprattutto, ed è questa la cosa più rilevante che voglio sottolineare, si sceglie sostanzialmente di fare una nuova infrastruttura lombarda, cioè si decide che questa società non solo può operare su questo terreno, ma può operare su tutto il territorio lombardo. Che c’azzecca il sogno dell’Expo con il fatto di avere una società che deve decidere e fare stazione appaltante in tutto il resto della Lombardia? Cosa c’entra con l’area dell’Expo? Cosa c’entra con il sogno di fare lì un grande parco che doveva ricordare il tema del nutrire il pianeta? Lo ricordate, il giardino mondiale nel quale dovevamo far vedere le diverse modalità di gestione dell’agricoltura in quel luogo? Cosa significa un luogo nel quale prevarranno innanzitutto grandi costruzioni, perché l’assessore Maran sa che lì dentro, invece dei metri quadri che avevamo pensato si potessero insediare, insediamo cemento privato per quel numero di metri quadri che si potevano insediare, in più, abbiamo tutto il cemento di quegli altri interventi che ovviamente sono pubblici, quindi non fanno volumetria, ma non è che non gravano su quel terreno come costruito, bene al di sopra di quello che oggi diciamo essere i limiti che potremmo pensare per il nostro territorio.
Capite, tutto questo, è la mia narrazione di Arexpo, un luogo di mediazione politica per fare affari, gli affari fatti per remunerare le banche che con i loro prestiti avevano consentito di comprare questi terreni, e qualcuno ci ha fatto degli affari con l’acquisto di questi terreni, in primis l’Ente Fiera, oltre a un privato, e trovare un luogo nel quale in qualche modo la politica “finge di contare”, ma a condizione che garantisca che le multinazionali facciano quello che vogliono in quelle aree. È questa la prospettiva di quell’area e va detta così. Le scelte che si fanno, sono funzionali a questo.
Peraltro, credo che noi che abbiamo Metropolitana Milanese e che quindi sembra quasi concorrenziale alla nuova infrastruttura lombarda, non capisco perché dovremmo essere favorevoli a questo. Peraltro, questa delibera non è che ci farà votare su questo, ci farà votare su queste piccole modifiche statutarie. Ringrazio il Vicesindaco che l’ha presentata, ha dato una chiave politica.
Ricordo, lo ricordo per quelli che hanno qualche anno, come me, vi ricordate la presentazione in grande stile di Human Technopole al piccolo teatro? Chi era lo sponsor n. 1 di quest’operazione? Quello che oggi sta facendo la crisi di Governo, è venuto a Milano e ha fatto un grande elogio per questa trasformazione che stava avvenendo in quest’area, io c’ero a sentirlo e so che si faceva questo, sta avvenendo questo, sta avvenendo l’utilizzo a fini privati di un’area che doveva essere pubblica e doveva essere l’eredità di un Expo che doveva parlare di cibo, capire le necessità che avevamo e che ha il mondo, mettere questi valori al centro della sua riflessione perché invece ripiega sugli interessi delle grandi multinazionali o della sanità o dei big data, come si diceva, della grande raccolta di informazioni che sono quelle di fronte alle quali dobbiamo stare molto attenti perché la libertà nostra è anche della garanzia che la sanità non diventi ancora tutto a vantaggio dei privati, passa anche tra la proprietà delle informazioni da parte di queste grandi multinazionali. È quello che accadrà in quel luogo.[…]

Le videoregistrazioni integrali delle sedute del Consiglio Comunale sono disponibili dal 4/9/2014 sulla pagina Link Video Assemblea del sito del Comune di Milano.