Milano in comune - Sinistra e costituzione

ARTICOLI 2020/9-10

RIAPRIRE LE SCUOLE IN SICUREZZA. GARANTIRE IL FUTURO DI UNA GENERAZIONE. LE PROPOSTE DI MILANO IN COMUNE.

La riapertura delle scuole per l’anno scolastico 2020 2021 deve diventare uno dei temi principali del dibattito pubblico. A tutti i livelli, giacché tutti i livelli istituzionali e di articolazione sociale sono coinvolti. MIC affronta la questione della scuola in tempi di Covid19 dalla propria prospettiva di realtà politica radicata nella città metropolitana di Milano, città in cui si sono movimentate reti di genitori, studenti e docenti, che da mesi stanno animando il dibattito attorno al tema della ripartenza scolastica. MIC è consapevole che la risposta alle esigenze che ruotano attorno alla domanda per una scuola vera, sicura e democratica devono essere fornite dalla politica, che ha il compito di ascoltare le esigenze e le inquietudini di chi vive quotidianamente il mondo della scuola, il dovere di non avere cedimenti sulla tutela della salute pubblica, la funzione di tradurre i problemi in proposte e soluzioni, partendo dai principi dell’ordinamento democratico che spesso, durante i momenti di crisi, sono compressi in ragione di esigenze di ordine superiore. MIC ritiene che questo sia il momento in cui è possibile ragionare di ripartenza scolastica non solo in funzione della crisi epidemiologica, ma anche e soprattutto in ordine alla necessità di invertire la rotta delle politiche scolastiche adottate negli ultimi 25 anni.

MIC considera che i principi espressi nella Costituzione debbano essere posti a capo di ogni considerazione e proposta elaborata per il futuro della scuola, laddove la Repubblica Italiana riconosce e promuove il ruolo strategico della Scuola pubblica nello sviluppo di una cittadinanza consapevole, colta, custode dei valori democratici e progressisti fondanti l’ordine costituzionale. La costituzione Italiana colloca la Scuola al centro della vita pubblica, sociale e politica dei cittadini e delle cittadine esprimendone gli alti scopi soprattutto agli articoli:


(3) E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

(33) La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

(34) La scuola è aperta a tutti.
La scuola è il primo presidio della partecipazione democratica e come tale lo Stato deve promuoverne lo sviluppo e l’aggiornamento, tutelandone al contempo la sicurezza e garantendone l’accesso libero, universale e gratuito.

MIC osserva che numerosi fatti della storia recente e recentissima hanno messo in forte dubbio i principi e le norme fissate dalla Costituzione repubblicana; una puntuale, ancorché breve, elencazione dei principali fatti è sicuramente utile all’analisi ed alla successiva elaborazione della proposta politica:

a) la scuola pubblica negli ultimi decenni ha subìto un costante processo di depauperamento e stravolgimento della sua funzione richiamata nel testo, essendo stata sottoposta all’aggressione ideologica e culturale delle politiche neoliberiste che tendono tuttora ad assegnare alla scuola una funzione meramente funzionale al sistema economico produttivo, volta solo a produrre competenze atte all’inserimento nel mercato del lavoro in luogo di persone – cittadini e cittadine – consapevoli e capaci di interagire nella comunità politica dello Stato.

b) La scuola pubblica soffre da lungo tempo di croniche lacune strutturali e infrastrutturali che limitano il potenziale educativo\didattico\pedagogico: l’età media degli edifici scolastici è incompatibile con le caratteristiche geologiche italiane; la dotazione di attrezzature e di aree verdi è talvolta fortemente penalizzata, soprattutto nelle aree urbane; la diffusa precarietà del personale docente impedisce la corretta continuità nel rapporto con gli alunni, limitando l’efficacia dell’insegnamento soprattutto nella scuola primaria; la riduzione sistematica delle risorse economiche assegnate alla scuola ha condotto progressivamente alla ricerca di fonti di finanziamento improprie, sia che esse provengano dalle famiglie, sia che esse provengano dall’ingresso dei privati nel mondo della scuola.

c) Negli ultimi 10 anni la spesa per la pubblica istruzione è diminuita in Italia di circa 6 miliardi di euro, mentre è aumentata in Francia e Germania di 5 miliardi. E’ la conseguenza delle politiche di austerità che sono state imposte dopo la crisi del 2008. Le famiglie si vedono ridurre significativamente la qualità dell’insegnamento e dunque la prospettiva di miglioramento sociale ed economico che sta alla base della pubblica istruzione.

d) La scuola italiana manifesta sempre più una tendenza classista che viola tutti i principi costituzionali citati in premessa

e) La recente crisi sanitaria e la conseguente gestione emergenziale ha portato al pettine tutti i nodi irrisolti, le contraddizioni e le lacune di cui la scuola soffre da tempo, e le cui denunce da parte degli osservatori più attenti, preoccupati e coinvolti tra cui il corpo docenti, i sindacati e una parte della politica, sono passate inosservate o fatte passare come conservatrici o antistoriche.

f) La risposta alle nuove necessità emerse durante la quarantena da COVID-19 è stata largamente insufficiente e sicuramente tardive. L’organizzazione della didattica a distanza non ha visto gli organi statali centrali, tra tutti il ministero, assumere il ruolo di tempestivo coordinatore delle misure straordinarie che si dovevano adottare; al contrario le prime settimane di blocco della didattica sono state perse senza che fosse intrapresa alcuna programmazione e progettazione univoca e omogenea per tutte le scuole, lasciando invece le singole realtà nella necessità di offrire ciascuna una risposta parziale e diversa.

g) La gestione della didattica a distanza ha avuto riscontri positivi a macchia di leopardo sul territorio nazionale e laddove ha riscontrato un parziale successo lo si è dovuto più per merito dell’autorganizzazione di docenti e famiglie che non delle tardive e contraddittorie direttive del ministero.

h) Gli studenti e le studentesse hanno perso gran parte dell’anno scolastico 2019\20 anche in ragione della parziale risposta del sistema scuola alle esigenze dettate dalla quarantena sanitaria; tale condizione non dovrà ripetersi nel prossimo anno scolastico.

i) La didattica a distanza non può essere – e nemmeno dovrà diventare – in alcun modo la modalità normale di insegnamento sia per l’assoluta inadeguatezza nel percorso educativo e pedagogico che si fonda sul rapporto diretto e l’interazione tra studenti e tra studenti e docenti

j) Il ricorso alla didattica a distanza deve essere marginale e dettato esclusivamente da eventuali nuove emergenti necessità di tutela della salute pubblica

k) La scuola dovrà essere organizzata per tutelare il diritto degli alunni e delle alunne ad una didattica vera, in presenza, garantendo al contempo la loro salute e quella dei docenti e del personale ATA.

l) La scuola dovrà beneficiare dei finanziamenti necessari a consentirne il rilancio e la riappropriazione del ruolo che lo Stato Italiano le ha normativamente conferito.

Tenuto conto delle considerazioni espresse, MIC propone una strategia di rilancio della scuola pubblica affinché l’anno scolastico 2020 2021 possa aprirsi garantendo la tutela sanitaria di tutta la comunità scolastica, dai docenti, al personale fino agli alunni. La scuola è – a tutti gli effetti – il luogo ed il momento in cui le relazioni di comunità si stringono e dunque le dinamiche epidemiologiche potenziali hanno un impatto su tutti gli aspetti e i livelli della quotidianità: si pensi al semplice fatto che una scuola sicura rende più sicura la famiglia, e dunque la vita lavorativa dei genitori; ma a ciò si affianca pure il minor rischio di diffusione nei riguardi dei membri della famiglia allargata (nonni, in primo luogo). Affrontare la tutela della salute pubblica nella scuola significa inoltre dover e saper gestire gli altri momenti di effettivo assembramento, quali possono essere i trasporti pubblici che quotidianamente vengono fruiti sia da studenti e studentesse, sia da centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici.
MIC è consapevole delle difficoltà dovute alla situazione di assoluta straordinarietà che la città, il paese, il mondo intero, stanno fronteggiando; MIC è sicuramente conscia che rivoluzionare il mondo della scuola non è semplice o immediato; nondimeno non si può non riconoscere i ritardi e gli errori che sono stati compiuti dalle istituzioni preposte a studiare ed applicare risposte ed azioni al fine di evitare che il prossimo anno scolastico possa ripetere le difficoltà incontrate in quello passato. Le soluzioni non sono semplici ma possono essere trovate laddove si abbia la volontà politica di uscire dalle logiche dei vincoli di bilancio e si rendano disponibili le risorse necessarie a tutelare la salute nel mondo della scuola garantendo il normale esercizio della didattica. Su questo aspetto MIC non ha alcun dubbio: la scuola esiste se la didattica mantiene le sue tradizionali forme, lasciando la didattica a distanza come extrema ratio nel caso l’epidemia dovesse ripresentarsi con la virulenza che si è sperimentata nella prima metà del 2020. È comunque necessario che il Governo elabori un sistema intelligente e massivamente fruibile affinché si possa, nel caso, garantire la continuità didattica con strumenti telematici.
Se è vero che non possiamo rischiare una nuova ondata di contagi e morti, è altrettanto vero che non dobbiamo permettere il fallimento della pubblica istruzione che avrebbe pesantissime ripercussioni su milioni di studenti e studentesse e sul futuro del nostro paese, se è vero, come è vero, che la scuola pubblica è la pietra su cui si fonda la democrazia e il progresso.

MIC articola la sua proposta strategica in 6 punti fondamentali:

1. Ogni scuola – da quelle per l’infanzia a quelle secondarie superiori – deve dotarsi della figura del Medico Scolastico. Una presenza fissa che copra almeno il 50 % del tempo e che affianchi la figura dello psicologo. Il medico scolastico costituirebbe il presidio di prossimità più efficace per monitorare e valutare la salute degli alunni e delle alunne, valutare con immediatezza i possibili scenari epidemici, dare supporto di competenza medica agli insegnamenti sulla salute e il benessere della persona, soprattutto con riferimento ai temi della sessualità, delle dipendenze e del bullismo in affiancamento con lo psicologo scolastico.

2. Il Governo, le articolazioni del ministero dell’istruzione e gli enti locali devono collaborare per istituire un piano di rilancio infrastrutturale per la scuola pubblica che assolva a 2 scopi: la ripartenza in sicurezza dell’anno scolastico 2020-21 e l’adeguamento del patrimonio di edilizia scolastica come investimento di lungo periodo. L’amministrazione comunale dovrà farsi carico, nell’immediato, di un censimento e di una valutazione degli spazi potenzialmente disponibili in rapporto alle esigenze di tutela della salute pubblica. Con atti amministrativi veloci provvedere alla riqualificazione degli edifici esistenti e di quelli giudicati idonei a diventare aule o spazi scolastici, anche con riferimento a spazi in disuso o sottoutilizzati, che possono essere espropriati in nome di un superiore interesse pubblico, oppure acquisiti in convenzione con soggetti privati. Le convenzioni con i soggetti privati devono essere senza oneri per la comunità, in nome del principio di sussidiarietà che regola i rapporti tra enti pubblici e privati.

3. Il Governo deve aumentare il bilancio assegnato alla pubblica istruzione raggiungendo almeno la media europea: in Italia lo Stato spende il 3,6% rispetto al PIL, la media europea è del 4,6% (ma in Francia, paese con cui l’Italia dovrebbe confrontarsi, è del 5,3%). Le risorse per la scuola dovranno essere destinate alla scuola pubblica. Dei 170 miliardi che il Recovery Fund dovrebbe assegnare all’Italia chiediamo che almeno 10 siano usati per finanziare tutti gli interventi necessari alla riqualificazione della scuola pubblica.

4. Il Governo deve lanciare un piano per l’aumento della consistenza del corpo docente, anche attraverso la regolarizzazione del personale precario, affinché gli obiettivi di rilancio della qualità della scuola pubblica non siano mutilati dalla mancanza di un adeguato e congruo numero di docenti. Un piano per la formazione del corpo docenti all’uso di strumenti informatici e telematici al fine, prima di tutto, di rendere effettivamente fruibili strumenti didattici diversi e secondariamente al fine di arrivare preparati qualora le condizioni epidemiologiche dovessero richiedere un nuovo ricorso temporaneo alla didattica a distanza. Il ministero della pubblica istruzione dovrebbe istituire una piattaforma informatica potente e gratuita che consenta lo svolgimento di lezioni a distanza nella sola ipotesi di una nuova temporanea quarantena, e soprattutto dotare tutte le famiglie degli strumenti per una connessione sicura e stabile, famiglie a cui le amministrazioni pubbliche dovranno erogare apposita formazione e tutoring al fine di superare le difficoltà legate alle capacità e conoscenze informatiche e telematiche.
Il piano di assunzione di personale precario “a tempo” con contratti validi temporalmente e causalmente nell’ambito dell’emergenza sanitaria in corso, non risponde, da un lato, alle necessità strutturali della scuola, dall’altro al diritto del vasto mondo del precariato alla propria stabilizzazione e valorizzazione personale e professionale.

5. Gli enti locali, le regioni e tutte le amministrazioni pubbliche che gestiscono direttamente, o attraverso contratti di appalto o di concessione, il trasporto pubblico locale devono riformulare politiche di controllo o di governance al fine di garantire fin dall’inizio del prossimo anno scolastico un efficace sistema di trasporto pendolare e studentesco atto a garantire un servizio che tuteli la salute pubblica. La logica che deve prevalere non sarà più quella legata alla redditività, o al vincolo di bilancio, bensì quella della preminente e superiore tutela della salute dei lavoratori, lavoratrici, studenti e studentesse, e delle famiglie di queste categorie sociali che per prime potrebbero subire l’impatto di una recrudescenza dell’emergenza sanitaria. A tal proposito si giudica insufficiente e contraria alle necessità di tutela della salute pubblica, in quanto rispondenti alle logiche di mera remunerabilità economico-finanziaria, la decisione adottata in conferenza unificata stato\regioni\province\comuni di stabilire il grado di riempimento dei mezzi pubblici all’80% della capacità teorica massima (addirittura elevabile al 100% ove si adottino misure di segregazione ulteriore).

6. Il ministero dell’istruzione deve rielaborare le linee guida pubblicate ad agosto concernenti le procedure interne alla scuola per il contenimento della pandemia e riformularle anche sulla base delle numerose analisi e proposte provenienti dal mondo della scuola, sindacale, politico e di movimento che negli ultimi mesi sono emerse sull’onda della consapevolezza che la scuola deve ripartire su presupposti diversi.

MILANO IN COMUNE – SINISTRA E COSTITUZIONE
Settembre 2020