Milano in comune - Sinistra e costituzione

ARTICOLI 2019/4-6

Un’occasione mancata – lettera aperta a Milano in comune (di: Giovanni Talpone)

Care compagne, cari compagni,

permettetemi un intervento personale nel primo anniversario del rilancio del sito.
Scrivo solo ora per evitare che queste mie osservazioni potessero essere lette come strumentali a qualche indicazione elettorale.
Come forse molte e molti di voi sapranno, in un primo momento il Coordinamento di Mic ha evitato di prendere posizione sulle liste in competizione elettorale per le Europee; poi, in un secondo momento (19/5/2019), ha deciso di appoggiare esplicitamente La Sinistra.
Entrambe le posizioni avevano delle motivazioni sensate: la prima, come sforzo di mantenere al massimo il carattere pluralistico e unitario di Mic a fronte delle varie scelte che le persone della propria area avrebbero potuto compiere: sicuramente maggioritaria quella per La Sinistra, ma anche verosimilmente presenti anche quelle per la lista Verdi-Possibile, per il PD, per l’astensionismo o per il M5S, con varie motivazioni, ideali o meramente tattiche.
La seconda recepiva la preferenza per La Sinistra della maggioranza dell’area di Mic, unita al desiderio di intraprendere un cammino finalmente unitario alla sinistra del PD. L’incidente di aderenti a Fronte Verde candidati nelle liste Verdi-Possibile e la conseguente astensione di Pippo Civati e altri candidati di Possibile dalla campagna elettorale ha fatto ulteriormente precipitare le cose a favore della dichiarazione a favore de La Sinistra. Da parte sua, tanto a livello nazionale quanto a quello locale, Possibile ha chiaramente deciso di reimpostare tutta l’opposizione alla destra e agli interessi dominanti a partire dal paradigma ambientalista, senza alcun riferimento alla cultura della sinistra storica. Questa è la mia ricostruzione dei fatti ad oggi.

A mio parere, Milano in comune non ha sbagliato a prendere l’una o l’altra decisione, per le ragioni suesposte, ma a prenderle nel chiuso del Coordinamento, negando quell’impostazione aperta e partecipativa che costituì una delle spinte più importanti alla sua fondazione.
Compagne e compagni, col terrore delle discussioni e delle scelte anche divisive (cioè della democrazia autentica e non precotta) non si va da nessuna parte. Ogni volta che la sinistra (senza maiuscole) s’incantona in pratiche politiche escludenti per evitare divisioni, perché non c’è tempo… e balle del genere, la sinistra muore. Sono cose che sento, vedo e combatto dal 1970, capirete la mia esasperazione.

Cosa si sarebbe potuto, e dovuto, fare, invece? Esattamente una delle cose per le quali le persone hanno intrapreso il progetto di Mic: una volta definiti gli schieramenti elettorali, i Comitati (almeno quelli vivi…) avrebbero dovuto invitare gli esponenti delle varie liste e posizioni (anche M5S e PD, sì), non necessariamente grossi nomi, anche militanti e simpatizzanti locali, per un confronto di base sui vari temi. E poi, il Coordinamento, senza avocare a sé alcuna scelta, avrebbe dovuto organizzare una consultazione generale fra gli aderenti di Mic, di persona e/o elettronica, se prendere posizione per una lista e, in caso affermativo, quale. Questo sarebbe stato un comportamento giusto e vitale che avrebbe dato nuova energia a Milano in comune. Molto probabilmente si sarebbe arrivati alle stesse scelte fatte e forse tutto ciò non avrebbe portato mezzo voto in più a nessuno, ma avrebbe posto basi più forti per avere qualcosa da dire domani.

Il vostro affezionatissimo gestore del sito
Giovanni Talpone

30/5/2019