Milano in comune - Sinistra e costituzione
DIBATTITO: 8 anni di amministrazione di centro-sinistra. Tiriamo qualche somma?, Al Coordinamento di Milano in Comune, di Donatella De Col del Comitato ”Proteggiamo il Monte Stella”, Commento di F. Graziani a: MIC: 8 anni…, Commento di P. Fumagalli a: MIC: 8 anni…, Commento di G. Talpone a: MIC: 8 anni…
Non mi ritengo in grado di discutere la parte urbanistica del documento approvato da Mic. Mi limito ad osservare che, se gli interessi in gioco gestiti dall’attuale giunta (con il distratto beneplacito dei partiti che la sostengono) si misurano in centinaia di milioni di euro, se non in miliardi, questa considerazione preclude fin dall’inizio una riproposizione in rito ambrosiano dell’esperienza di Emilia Romagna Coraggiosa. Al di là degli sviluppi di quella iniziativa (nei confronti della quale non nutro molto ottimismo, ma sarei felice di sbagliarmi), di fronte a tali poderosi interessi meneghini non credo che una forza di fiancheggiamento (tipo Sinistra x Milano, magari un po’ più numerosa e radicale) riuscirebbe ad avere un qualsivoglia potere contrattuale su di una futura giunta di cosiddetto “centrosinistra”, salvo forse sul piano simbolico. E ciò sarebbe molto pericoloso, perché è proprio la distanza fra i valori proclamati dalla Sinistra e le realizzazioni effettive che ha portato vaste masse popolari a percepire la narrazione democratica, progressista, solidale, ambientalista come un cinico inganno ai loro danni e a dare fiducia all’apparente concretezza della Destra. (Ed è per questa stessa considerazione che sono preoccupato dei possibili sviluppi dell’esperienza di Emilia Romagna Coraggiosa).
Spero invece di riuscire a motivare in modo convincente la mia completa contrarietà alla proposta di conferire lo status regionale a Milano Metropoli. (Su quale territorio, poi? Quello comunale o quello della Città Metropolitana, magari con un bel muro “berlinese” verso Monza, sennò la gente non capirebbe e penserebbe di essere nella stessa città? O spaccando MB, M da una parte e B dall’altra?)
Potrei limitarmi a definirla un esempio di quella “secessione dei ricchi”, che oggi va tanto di moda, perfettamente coerente con tutte le iniziative in corso (e non solo di parte leghista) di “regionalismo differenziato”. Ma preferisco entrare nel dettaglio, sia dal punto di vista politico-sociale che da quello della cultura di Sinistra (in cui non includo mai il PD, per rispetto del loro congresso del 2007 in cui hanno legittimamente e democraticamente deciso di togliersi la parola “Sinistra” dal nome e la “S” dalla sigla).
C’è a Milano un progetto che sostiente una tesi molto simile e con argomenti molto interessanti: Milano Città Stato (cfr in particolare 10 città stato del MONDO che possono ispirare Milano). Tutti gli esempi citati hanno un elevato grado di autonomia amministrativa, spesso comprendente anche il prelievo fiscale. Anche se non è chiaro come tale autonomia si eserciti effettivamente (cioè in che cosa le regole si differenzino da quelle del territorio circostante, tranne i casi ovvi di Hong Kong e Singapore, e perché non potrebbero andare bene anche per il resto del loro Paese), sembra evidente che si sforzino tutti di essere nodi vincenti della rete dell’economia globale, anche a scapito dell’interesse generale del Paese in cui sono inserite.
Proprio in riferimento ad alcune delle 10 città citate, bisognerebbe ricordare che Londra, favorevole a rimanere nell’Unione Europea, era attorniata da una cintura di aree più povere che appoggiarono la Brexit (probabilmente nella fallace speranza di essere più protette dagli effetti negativi della globalizzazione); Madrid deve affrontare il secessionismo catalano; Berlino è circondata da un Brandeburgo in cui l’estrema destra ha recentemente superato il 12%; Bruxelles è immersa nel conflitto fra Fiamminghi e Valloni. Insomma, la soluzione dell’autonomia metropolitana sembra più che altro l’accettazione dello scompaginamento delle istituzioni democratiche da parte del capitalismo globale e dell’accentuazione delle differenze sociali e territoriali. Oneri e problemi vengono esternalizzati, sempre ovviamente in nome della ricerca della massima efficienza puntuale.
Ma perché la Sinistra dovrebbe mescolarsi con tutto ciò?
Vorrei ora cambiare punto di vista, e avvicinarmi maggiormente agli “angoli ciechi” della cultura e della prassi della Sinistra italiana e lombarda in particolare.
1) La Sanità lombarda. Proprio in questi giorni è uscito un articolo molto interessante, a cui aggiungerei una sola considerazione: Mic ha organizzato una serie di importanti convegni sulla salute (dei quali si possono trovare molti riferimenti su questo stesso sito) ai quali non mi pare sia seguita una sistematica e costante iniziativa politica, salvo naturalmente l’impegno del bravo Vittorio Agnoletto e della sua rete.
Per esempio: in questi giorni è esploso il problema delle strutture di Pronto Soccorso, ma esso cova da anni. Sale d’aspetto poco accoglienti in cui i portatori di ogni possibile patologia, infettive incluse, e i loro accompagnatori devono convivere tutti insieme anche per molte ore, in attesa che il poco personale sopravvissuto ai tagli alla Sanità trovi un momento libero per abbozzare una prima diagnosi e un qualche trattamento. Se ci sono state iniziative politiche su questo, sono state molto, molto discrete.
2) I trasporti a media distanza (Trenord ecc.). Non credo di dover ricordare su queste pagine le conseguenze di un trasporto pubblico in cui i treni arrivano sistematicamente in ritardo, vengono soppressi con disinvoltura (in genere comunicando la decisione DOPO il previsto passaggio del mezzo) o semplicemente non vengono programmati in certe fasce orarie, specie serali. Tutti questi disservizi costringono a utilizzare l’auto e creano il paradosso di prezzi delle abitazioni in forte crescita nell’area metropolitana e depressi poche decine di chilometri fuori. Da parte sua, la Sinistra in genere non fa neppure una visita di cortesia ai pendolari in lotta: un popolo di lavoratori e studenti che non ha molti motivi per essere soddisfatto dei governi di Destra della Rosa Camuna.
3) Circa un terzo dell’inquinamento dell’aria a Milano e in Lombardia non proviene dal consumo di carbonio fossile ma dalle attività agricole.
Credo che la Sinistra non si occupi più sistematicamente di agricoltura dai tempi della Riforma Agraria (anni ’50). Forse solo la valorosa e tenace Legambiente presidia criticamente questo tema, nell’indifferenza quasi generale. E se qualcosa si muove in senso positivo, ciò avviene al di fuori del radar della Sinistra: in quello strano mondo un po’ cattolico, un po’ utopistico, molto empirico, anche ingenuo se vogliamo, che va dal Commercio Equo e Solidale alla Finanza Etica all’Agricoltura Sostenibile. Hic sunt leones!
Un mondo che probabilmente disperde il proprio consenso politico in mille rivoli, perché nessuno intende mettersi in sintonia con i ritmi dell’ambiente e della vita, che sono molto diversi della cacofonia cittadina. Spesso riviste come Valori ne segnalano gli aspetti più interessanti, ma senza scalfire un dibattito politico autoreferenziale.
Credo che alla ristrettezze di vedute della Sinistra corrisponda poi inevitabilmente la ristrettezza dei suoi risultati elettorali. Insomma: perchè, invece di confezionare istituzionalmente Milano nel modo più gradito al capitalismo globale, non proviamo a parlare alle lombarde e ai lombardi?
[Commento di Giovanni Talpone – Milano, 29/2/2020]